La percezione è il modo in cui una persona riesce a vedere qualcosa, ma spesso dimentichiamo di come il cervello umano sia evoluto, al punto da addirittura essere più veloce della nostra coscienza. Molti pensano al sovrannaturale, ma in realtà è un fenomeno scientifico ben definito. Insomma, il sesto senso esiste e si chiama interocezione.
Lo studio, che risale al 2015, venne svolto dalla Scuola Normale Superiore di Parigi, che scoprì che il cervello umano riesce a capire che la situazione che ha davanti è critica in 200 millisecondi. Per questo non è così strano pensare di capire qualcosa ancor prima che avvenga.
Il sesto senso è stato confermato da una ricerca
Solo nel 2016 però il National Institute of Health ha scoperto la proteina legata a questa dinamica: si chiama Piezo2, ed è quella che permette la nascita della propriocezione (capacità di riconoscere il proprio corpo all’interno di uno spazio senza l’aiuto della vista.
È però nel 2013, quindi tre anni prima, che si inizia a parlare di interocezione, la capacità di riconoscere – consciamente e incosciamente – le sensazioni viscerali del corpo a causa dei movimenti tra tessuti. Si parla quindi di battito cardiaco, moti digestivi, temperatura, distensione degli organi cavi, ma anche sete, nausea e via discorrendo.
L’interocezione è quindi ciò che ci permette di riconoscere alcune dinamiche interne del nostro corpo, e di conseguenza permette di prendere decisioni in base a cose istintive. Approfondire ora questo studio potrebbe permettere di scoprire il collegamento tra tutto ciò e le eventuali problematiche derivanti: si pensa infatti che un’interocezione interrotta è presente in condizioni di salute mentale come la depressione, i disturbi d’ansia o alimentari.
Alla fine, questa dinamica è tutto quello che spesso viene definito come sesto senso, quella capacità di vedere ciò che non si può vedere: semplicemente l’avete vista e già assimilata, solo che non lo sapete ancora.