Artisti tra cui i Nine Inch Nails e i Radiohead hanno recentemente introdotto sistemi a donazione per la vendita online dei propri dischi, con la speranza che questo nuovo modello di business possa limitare il dilagare delle opere sul P2P.
Gli autori del blog TorrentFreak si sono chiesti se questo modello possa diventare uno standard di vendita per tutti i musicisti.
Analizzando i dati sugli utenti di Jamendo, una famosa comunità di scambio di musica basata sul sistema a donazione, i blogger di Torrentfreak hanno scoperto che su 423.968 iscritti solo 1600 hanno effettuato una donazione e la cifra media donata è di 10 dollari. Cifre decisamente distanti dai successi ottenuti da Radiohead e Nine inch Nails che, grazie allo stesso sistema, han recuperato quasi 2 milioni di dollari.
È evidente come la discriminante per aver successo rispetto a questo modello di business sia la fama, tanto più il gruppo è famoso più è alta la probabilità di ricevere proficue donazioni. Resta quindi improbabile che un artista emergente possa ottenere ampi margini affidandosi a questo sistema.
Il modello, inoltre, non sembra essere una valida alternativa alla circolazione delle opere nei circuiti di filesharing. Il sistema a donazione, infatti, non può competere con il modello del “free rider”: dai dati rilevati risulta come pochissimi utenti siano disposti a pagare per un disco disponibile altrove gratuitamente.