Ad oggi non è ancora chiaro se le emissioni dei telefoni cellulari siano o meno dannose per la salute umana. Varie analisi e lauti investimenti non hanno sortito alcun risultato comprovante il legame tra l’uso continuativo dei device e la maturazione di forme tumorali correlate. Ciò nonostante i dubbi rimangono e la città di San Francisco ha deciso quindi di mettere le mani avanti: nel dubbio tra tutela ed eccesso di zelo, il regolamento cittadino prevede che i rivenditori di cellulari debbano quantomeno correttamente informare i cittadini delle emissioni prodotte dai telefoni in distribuzione.
Trattasi di una norma senza precedenti, ma nel solco di un principio già proprio del mercato. Così come specifici avvisi vengono riportati sui cibi e sulle bevande che possono portare all’obesità (una grave piaga per la salute pubblica statunitense), la norma prevede che la vendita dei cellulari sia accompagnata dalla pubblicazione delle emissioni prodotte. Non vi sarà alcuna formulazione analitica, né alcun giudizio di merito: semplicemente i cellulari avranno questo tipo di indicazione sulla confezione e dovranno lasciare all’utente la possibilità di decidere, in assenza di comprovate analisi scientifiche, sulla base del proprio privato senso critico.
Il valore che dovrà essere riportato sarà quello della “specific absorption rates” (SAR). La Wireless Association si è immediatamente schierata contro il provvedimento poiché si sostiene l’inutilità della pubblicazione di un dato che, in assenza di dimostrazioni scientifiche, non prova alcunché e va considerato come sostanzialmente ininfluente. Secondo l’associazione i consumatori saranno giocoforza portati ad acquistare prodotti considerati meno nocivi per la salute, ma il sillogismo sarà viziato da una valutazione basata su dati che, ad oggi, non trovano rispondenza nella ricerca scientifica.
La norma è già stata approvata dal Board of Supervisor ed entro 10 giorni il sindaco Gavin Newsom è tenuto a firmare un regolamento del quale è stato comunque primo promotore nello spirito di una massima informazione dei consumatori. Tutto ciò nel contesto di un monitoraggio continuo del problema, con la scienza più volte pronta ad affermare un legame fattivo tra telefonini e carcinomi, ma senza mai riuscire a dimostrare alcun nesso causale che cambierebbe di fatto la situazione.