Non c’è pace per Meta, praticamente circondata su tutti i fronti dalle Autorità europee e statunitensi. E’ di qualche ora la notizia che il Texas sta facendo causa alla società madre di Facebook con l’accusa di aver raccolto illegalmente i dati di riconoscimento facciale di decine di milioni di residenti per un decennio. La causa, depositata lunedì presso il tribunale distrettuale della contea di Harrison in Texas, sostiene che una funzione di foto-tagging del noto social, ora non più disponibile, ha raccolto le immagini dei cittadini texani senza chiedergli il consenso. Di fato, Facebook avrebbe archiviato milioni di dati biometrici contenuti in foto e video caricati dagli utenti.
Meta ancora in tribunale
Quindi anche se Meta sostiene di avere interrotto la funzionalità dal novembre del 2021, mesi dopo aver chiuso un’azione legale collettiva in Illinois sullo stesso problema per 650 milioni di dollari, per il procuratore texano non ha importanza.
Per la cronaca, un dato biometrico fa riferimento alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di un individuo, che lo identifica in maniera univoca. Lo scorso anno il garante italiano bocciò il Sari Real Time, un software che il Ministero dell’Interno voleva adottare per l’identificazione in tempo reale dei cittadini. Il rischio era quello di una sua forte interferenza con la vita privata delle persone che potevano essere poi associate a particolari categorie di dati (ad esempio, quelli idonei a rivelare opinioni politiche, sindacali, religiose, orientamenti sessuali).