Le azioni Google sono scese del 37% da inizio anno ad oggi, e questo è un fatto. Gran parte del listino tecnologico, però, è sceso più o meno in modo proporzionale insieme alla caduta di tutto il Nasdaq, ed anche questo è un fatto. Se il mondo della finanza raramente è interpretabile, più facile è leggere taluni movimenti destinati a far discutere per il loro senso unico confermato nel tempo: il top management Google sta vendendo le proprie azioni raccogliendo quanto possibile dal proprio protafoglio azionario.
I dati rilevato da WebProNews propongono una riflessione obbligata: da ormai 3 anni e mezzo il top management del gruppo sta vendendo azioni, spesso e volentieri peraltro al ritmo massimo consentito dalla legislazione in merito. Oltre 10 miliardi di dollari sono passati nel tempo dai top manager ad altri azionisti e, solo nelle ultime 12 settimane, ben 398 operazioni di uscita sono già state registrate (1 milione di azioni in tutto in vendita, non una sola azione acquistata).
Il dato può significare tutto e nulla: il mercato azionario è in flessione in parallelo alle voci negative relative alla presunta recessione dell’economia USA. I numeri che circondano il mercato Google, inoltre, sono per la prima volta stazionari e subito il moltiplicatore della borsa sgonfia quello che era il valore di mercato del titolo GOOG solo fino a un anno prima. Alcune ipotesi vedono ora le azioni in caduta libera verso quota 350 dollari (oggi a 433 dollari), ma al tempo stesso l’azienda in sé non sembra essere in discussione: la posizione sul mercato è sempre più forte, la concorrenza si limita a grandi proclami e scarsi risultati, nulla lascia presumere a improvvisi voltagabbana.
La difficoltà, dunque, si riflette in modo particolare sulle azioni Google, ma la causa è presumibilmente da cercarsi in fattori esterni al gruppo stesso. Rimane la rilevanza statistica di quelle che sono tutte le ultime cessioni importanti provenienti dal management di Mountain View: solo nell’ultimo mese il nome di George Reyes (Chief Financial Officer) compare ad esempio cinque volte con un movimento in uscita di quasi 700 mila dollari. E anche questo è un fatto.