Nonostante le dichiarazioni dei redditi del 2005 siano state rimosse subito dal sito dell’Agenzia delle Entrate, allo stato attuale è possibile consultarle e condividerle nei circuiti peer to peer.
Basta utilizzare il “mulo” e digitare “redditi” oppure “dichiarazioni” ed il gioco è fatto.
I pareri degli utenti sono svariati, la maggior parte è convinta che i dati fiscali e patrimoniali non dovrebbero essere divulgati, sia per una questione di riservatezza che per una ragione di sicurezza personale.
Ovviamente la curiosità degli internauti è stata tanta, c’è chi addirittura ha pubblicato in un foglio formato Excel le dichiarazioni della città di Milano. Nelle Reti P2P sono apparse anche le dichiarazioni relative agli abitanti di Comuni di 1200 anime.
Basti pensare al non poco imbarazzo che nei piccoli centri si è venuto a creare con la divulgazione di questi dati. Per ogni soggetto economico l’Agenzia delle Entrate, oltre ad indicare le generalità (nome, cognome e data di nascita) della persona, ha inserito il codice attività (la tipologia di attività economica esercitata), il reddito imponibile naturalmente, l’imposta, il volume d’affari ed il tipo di modello fiscale presentato.
Probabilmente, a prescindere dalla divulgazione di dati riservati in violazione della Legge sulla Privacy, non si dovrebbe sottovalutare che tale azione metterà a repentaglio la tranquillità di molte persone, in quanto le organizzazioni criminali potranno servirsi di tali dati per mettere a segno i loro colpi e per il compimento di azioni delittuose nei confronti dei “ricchi del quartiere”.
Nel frattempo la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo a carico di ignoti (per il momento!) per il fatto accaduto, e nel contempo, il Codacons ha denunciato l’ex Ministro delle Finanze Visco per violazione della Legge sulla Privacy.
In poche parole, gli ingredienti per una sanguinosa battaglia legale e per un acceso dibattito politico non mancano.