La musica portatile, da godere con un iPod o con un comune lettore MP3, è un fenomeno di massa che ha conquistato un po’ ognuno di noi.
I lettori più giovani probabilmente non sanno che anche i loro genitori, alla loro età, potevano portare con sé la propria musica preferita. L’antenato del moderno iPod, il Walkman, nacque alla fine degli anni ’70. Era essenzialmente un mangianastri dalle dimensioni ridotte, alimentato da due pile da 1,5 volt.
Il progetto originale fu realizzato dal tedesco Andreas Pavel che lo brevettò con il nome di Stereobelt nel 1977, ma che non riuscì a imporlo sul mercato. Due anni dopo la Sony propose il suo Walkman e cambiò per sempre il modo di ascoltare la musica. La novità del prodotto, e un’efficace campagna di marketing, fecero la fortuna della Sony e trasformarono il Walkman in una delle più grandi icone degli anni ’80.
Ben presto tutte le principali aziende elettroniche si cimentarono nella produzione di “mangianastri da passeggio” creandone un’infinità di varianti e sbizzarrendosi nell’invenzione dei nomi più disparati. Ma ormai la parola “Walkman” era entrata nell’uso comune, tanto da identificare qualunque tipo di lettore portatile. Era inoltre diventata sinonimo di libertà e della possibilità di ritagliarsi uno spazio “privato” anche in mezzo alla folla.
Il successo di questi apparecchietti durò quasi un ventennio, finché non furono scalzati dai lettori CD portatili, prodotti inizialmente dalla stessa Sony. Affacciatasi timidamente sul mercato nel 1984 come costosi status symbol, con il passare degli anni e con il progressivo abbattimento dei costi, mandarono in pensione il vecchio, glorioso Walkman, per poi scomparire a loro volta con l’avvento dei lettori MP3 e degli iPod.
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