La generazione Google è perdente? Avevamo già scritto qualcosa su questo argomento in passato e le polemiche non erano certo mancate.
Ecco che qualche giorno fa Massimo Gaggi ha scritto un articolo apparso sul Corriere della Sera che traduceva i risultati di uno studio condotto da Nicholas Carr e apparsi sull’Atlantic.
L’articolo originale, dal titolo “Is Google Making Us Stupid?” espone le riflessioni di Carr, che non è certo un asceta isolato dal mondo, ma un esperto di comunicazione e una persona che – come tutti noi – legge articoli, tiene un blog, controlla la posta e si occupa di attività nella rete.
Numerose sono le risonanze che l’articolo ha ottenuto nella Blogosfera, come era ovvio che fosse, e numerosi sono stati anche i commenti di consenso da molti intellettuali, Andrew Sullivan per esempio ha dichiarato:
È vero, immersi come siamo nel “multitasking mentale” appena ci sediamo per leggere un documento di qualche pagina o un libro, ci sentiamo a disagio dopo pochi paragrafi. Voltiamo pagina e siamo già pronti per un link
Ora, la questione è complessa e merita sicuramente di essere approfondita con qualche discussione, io per il momento rimango dell’idea che un’interpretazione possibile sia quella data da Paolo Ferri in La Scuola Digitale:
I digital native hanno e stanno imparando a “navigare” e a muoversi in maniera non lineare tra le fonti d’informazione e di comunicazione, a esplorare i contesti di conoscenza, così come i videogiochi, tentando di dare significato al nuovo campo semantico attraverso ricognizioni non lineari e disinibite.
E` necessario affrontare la questione in maniera delicata e consapevole. Non è possibile – attualmente – dare delle definizioni che siano chiare e definitive (posto che si potrà mai farlo). Sta di fatto che, come si evidenziava nella citazione, un cambiamento sta sicuramente avvenendo ed è necessario comprendere se sia o meno positivo.
Voi cosa ne pensate?
Dopo aver letto quest’articolo vi sentito più stupidi?