Se il Web 2.0 ha portato al proliferare di blog e forum e, più in generale, al confronto e alla condivisione online, il Web 3.0 potrebbe offrirci, oltre a nuove tecniche di “data mining” e al Web semantico, una nuova concezione dell’uso del computer.
Già con i “netbook” (i notebook PC ultra low cost) abbiamo assistito ad un’inversione di tendenza, dalla crescita sempre maggiore delle risorse del PC ad un alleggerimento delle stesse, concentrando l’attenzione sulle potenzialità di comunicazione remota.
Qualcosa di simile si sta già delineando anche con il proliferare in Rete di decine e decine di utility online, che offrono gran parte delle funzionalità delle applicazioni che abbiamo solitamente installate sul nostro PC.
Sfruttando linguaggi e protocolli di comunicazione e incapsulamento, che permettono di rendere l’informazione indipendente dalla piattaforma (possiamo pensare, solo per fare uno dei diversi esempi possibili, a Java e SOAP), queste utility permettono ai nostri computer di casa e ufficio di comunicare con server remoti.
In questo modo è possibile eseguire applicazioni che non abbiamo installate in locale, solo attraverso l’impiego del browser e di una banda larga, o eventualmente con l’installazione di un’applicazione client, che comporta un utilizzo minimo di memoria e di risorse computazionali.
Le potenzialità applicative e gli sviluppi di questo tipo di programmazione sono potenzialmente infiniti e già da diverso tempo possiamo godere di servizi online, ad esempio per la posta, o per lo storage di foto (come WebFive o Flickr) o di dati, o per creare siti Web (abbiamo già parlato di Wix e di Popfly nelle versioni alfa e beta, che è una soluzione proposta dalla stessa Microsoft).
Allo stesso modo, più di recente sono state sviluppate applicazioni che si avvicinano molto alle suite Microsoft Office o Adobe, come Google Apps o la più giovane Thinkfree.
Le applicazioni remote ovviamente possono avere diversi ambiti di utilizzo rispetto alle più complete suite residenti e, nonostante questo, non sempre sono gratuite, ma hanno di certo molti pregi: abbiamo già parlato della ridotta richiesta di potenza, ma potremmo continuare a lungo con l’automatizzazione degli aggiornamenti e dei backup (e quindi l’aumento di sicurezza e affidabilità), la facilità di condivisione e di accesso da qualsiasi computer e così via.
Il pregio più evidente resta al momento quello di permetterci di accedere ad utility di cui abbiamo bisogno solo occasionalmente, senza appesantire per questo il nostro PC con installazioni ad hoc, ma la virtualizzazione si può spingere molto oltre.
Alcuni siti, ad esempio, come ajaxWindows o eyeOS o tanti altri, offrono anche interi sistemi operativi a cui è possibile accedere online, tramite il proprio browser, senza la necessità di installare ambienti più complessi quali andLinux o VirtualPC.
Gran parte di queste applicazioni è pensata anche per l’uso attraverso dispositivi limitati, per cui possiamo accedervi non solo attraverso un netbook, ma anche con un vecchio PC o con uno smartphone.
Ogni giorno la Rete ci regala nuove sorprese e possiamo star certi che il bello deve ancora venire!