La proposta dell’on. Raffaele Lauro è di per sé una violenza: una violenza alla realtà. Lo è perché piomba sull’attualità facendosene strumento. Lo è perchè svilisce le parole di compromesso fatte meritevolmente proprie da Maroni e Schifani. Lo è perchè mette in un angolo l’impegno di Casini e Cassinelli. Lo è perchè considera l’innovazione come una aggravante, trasforma le opportunità in rischio e getta ulteriore veleno su di una situazione di per sé non buona.
La proposta è firmata da 50 senatori, e per questo non può essere considerata un errore di percorso. Viene da un onorevole dal curriculum importante e da una storia istituzionale di lunga gittata, da una esperienza varia e dal sostrato culturale non indifferente.
La proposta arriva, ed uno cosa fa? Cerca l’onorevole su Google. Trova il suo sito web. E basta una visita per capire quanto molte lauree non valgano l’appropriarsi di una certa sensibilità. Il sito è infatti figlio del primo World Wide Web, e se non fosse che Geocities è morto verrebbe da pensare che il sito dell’onorevole vi è ospitato insieme a tanti altri. Non significa per forza nulla di specifico, sia chiaro: ma significa comunque chiaramente che manca una certa sensibilità. Ed è quella della condivisione delle proprie attività con una community specifica, proprio quella su cui si va direttamente a legiferare peraltro.
La proposta non può che essere accolta come uno schiaffo. Uno schiaffo a chi in questi giorni protesterà contro i bavagli. Uno schiaffo a chi in queste ore sta cercando di mediare le posizioni per giungere a regole condivise ed applicabili. Uno schiaffo a coloro i quali credono nella Rete come ad uno strumento di immenso valore, dalle immense opportunità e per la quale vengono invece continuamente messi in risalto solo gli opinabili rischi (sempre e comunque amplificati dall’eco dei media tradizionali).
La proposta dell’on. Lauro andrà valutata nei dettagli, perchè è così che una analisi seria deve funzionare. Ma il principio è di per sé sbagliato, poiché considera una COLPA l’uso della tecnologia. Identifica nella rete e nei telefonini una responsabilità oggettiva per il danno procurato a causa dell’uso da parte dell’utente, aggravando pertanto la pena prevista.
È in questi momenti che emerge con tutta la propria forza l’importanza di non attribuire né meriti né colpe alla tecnologia. Perchè lo strumento è e deve essere neutro. È questo il suo valore più importante.