Una ricerca condotta da Nomensa su commissione delle Nazioni Unite restituisce un dato poco confortante per quanto concernente l’accessibilità del World Wide Web. La ricerca è stata condotta su 100 diversi siti web: 5 ambiti diversi per ogni nazione, 20 nazioni esaminate. In tutto solo 3 siti web su 100 hanno passato la soglia dell’accessibilità minima richiesta dalle Web Content Accessibility Guidelines (WCAG), mentre il 97% dei siti esaminati è risultato essere non accessibile.
I numeri non fanno altro che evidenziare una situazione poco positiva per un mondo web che, così facendo, estromette le persone disabili dalla possibilità di accedere all’immensità dei contenuti presenti. I risultati sono a maggior ragione gravi in quanto il paniere dei siti analizzati non è generalista, ma specificatamente mirato sui siti delle maggiori compagnie aeree, ai siti dei vari capi di stato, ai siti di banche e giornali.
Tre soli siti web si salvano dalla scure dell’analisi Nomensa. Trattasi del sito della cancelleria tedesca, del sito governativo spagnolo e del sito del primo ministro inglese. I problemi registrati sugli altri 97 siti sono di varia natura e comunque presenti in grande quantità su tutti i riferimenti analizzati. Per l’Italia una sola vuota consolazione: il paese non figura tra i voti positivi, ma non figura neppure tra i voti negativi. Semplicemente, l’Italia non è stata bocciata in quanto non figurava tra le nazioni sottoposte al controllo Nomensa.
Alex Metcalfe, a capo della ricerca per Nomensa, ha spiegato alla BBC l’idea per cui il risultato delinea un fallimento su scala globale: «è importante per motivi commerciali, legali e morali che i siti web pongano in essere strategie per l’accessibilità sia in termini di risultati immediati che nel lungo periodo». La ricerca è stata commissionata in occasione dell’International Day of Disabled Persons ed i test (una commistione di prove automatiche e manuali) hanno coinvolto paesi quali Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Francia, Germania, India, Giappone, Kenya, Messico, Marocco, Russia, Singapore, Sud Africa, Spagna, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e USA.
La World Health Organisation valuta in 600 milioni le persone disabili in tutto il mondo, il che dovrebbe lasciar intendere quanto sia importante la battaglia per l’accessibilità che il World Wide Web dovrebbe intraprendere.