Il nuovo iMac supersottile, lanciato lo scorso 30 novembre in tutto il mondo, è finalmente arrivato nelle mani dei consumatori. Come ormai tradizione, c’è già ha già iniziato a sezionarlo per scrutarne tutti i dettagli, carpirne i segreti e anche i limiti. E mentre si scopre come alcuni modelli non siano fabbricati in Cina bensì negli Stati Uniti, iFixit boccia il desktop all-in-one per scarsa riparabilità.
Saranno sicuramente contenti i consumatori a stelle e strisce, da tempo schierati contro Apple per la sua decisione di produrre i propri device all’estero. La Mela è un’azienda di punta dagli altissimi capitali e dagli altrettanto elevati guadagni, ma da più parti ci si è chiesti perché questa ricchezza non potesse essere condivisa con i cittadini americani. La risposta è fin troppo semplice: produrre in Cina costa meno, sebbene il livello di specializzazione di fabbrica sia più elevato che negli Stati Uniti. Apple ha quindi di limitare le critiche riportando in patria parte della produzione: alcuni nuovi iMac riportano, infatti, la dicitura “Assembled in USA”.
L’entusiasmo è tuttavia morto sul nascere. La dicitura “Assembled in USA”, come facile intuire, non indica il trasferimento della produzione da Foxconn a qualche azienda statunitense, bensì solamente l’import delle componenti già pronte e il loro assemblaggio in locale. Nulla è quindi stato realmente prodotto negli USA, tanto che i primi teardown hanno dimostrato come gli iMac statunitensi e quelli cinesi siano identici, con gli stessi codici e le stesse etichette identificative delle componenti hardware normalmente maneggiate da Foxconn.
E proprio in termini di teardown, arriva il primo report da iFixit, la compagnia che smonta ogni prodotto Apple per proporre tutorial agli utenti, in modo che possano provvedere in autonomia alla riparazione. iMac subisce una sostanziale bocciatura: 3 punti su 10 sulla scala della riparabilità.
Le ragioni di questo scarso punteggio sono fin troppo prevedibili: per ottenere un design così sottile – alle estremità si arriva a poco più di 5 millimetri di spessore – si è dovuta sacrificare la capacità d’intervento diretto da parte dell’utente. Il pannello LCD non può essere sostituito in alcun modo se non tramite Apple, perché unito al vetro di protezione, quest’ultimo a sua volta incollato alla scocca con una speciale saldatura. Accedere all’hard disk e al vano RAM, poi, è impresa davvero titatica: è necessario addirittura smontare la scheda madre. Certo, questo iMac è davvero un’opera di sapiente ingegneria, dove ogni spazio è calcolato al millimetro per garantire contemporaneamente sottigliezza e grande potenza. Ma gli utenti non si sognino di aumentare la memoria o di ampliare il disco fisso in futuro, se non sotto la costosa supervisione di un tecnico targato Mela.