Immuni raggiunge 5 milioni di download, ma i numeri...

Immuni raggiunge i 5 milioni di download, ma l'obiettivo 60% della popolazione è inarrivabile e gli autodenunciatisi tramite app sono molto pochi
Immuni raggiunge 5 milioni di download, ma i numeri...
Immuni raggiunge i 5 milioni di download, ma l'obiettivo 60% della popolazione è inarrivabile e gli autodenunciatisi tramite app sono molto pochi

L’app Immuni raggiunge i 5 milioni di download, ma fin qui non è che sia servita granché a contrastare la diffusione del coronavirus. Dopo i primi 2 milioni di download nella settimana del lancio, le installazioni sono proseguite a singhiozzo, anche perché, dobbiamo dirlo, l’uso dell’app non è stato accompagnato da un protocollo sanitario preciso e inattaccabile. Non è una questione di privacy (l’app non raccoglie dati personali, né sfrutta la geolocalizzazione, basandosi solo sul Bluetooth), ma se ad oggi solo il 13% degli italiani che hanno uno smartphone ha installato Immuni non può essere un caso. L’obiettivo dichiarato, per rendere l’applicazione efficace, era il 60% della popolazione, ma al momento siamo ben lontani da quella percentuale. Anzi, possiamo dire che è quasi impossibile che la stessa sia raggiunta.

Immuni: solo 105 i positivi autodenunciatisi tramite app

Nonostante tra luglio e agosto i download siano aumentati di 1 milione, i contagi individuati e bloccati con Immuni sono davvero pochini. Dal 1 giugno ad oggi sono stati 105 gli utenti che hanno segnalato la propria positività al Covid 19, rispettivamente 21 a giugno, 38 a luglio e 46 ad agosto. Se si pensa che negli ultimi giorni si è tornati intorno ai 1.000 nuovi casi al giorno, appare ancora più evidente la marginalità di Immuni nel contenimento della pandemia. Del resto, l’inserimento dei dati sulla positività non è obbligatoria, ma volontaria e fin qui le notifiche di esposizione inviate agli utenti che hanno installato l’app sono state 809.

Una segnalazione che a seconda della zona in cui ci si trova, può aprire scenari diversi. Ci sono luoghi in cui si viene subito sottoposti al test per verificare se l’esposizione abbia portato al contagio, mentre in altri non si ottiene altro che l’imposizione a rimanere chiusi in casa per un numero di giorni variabile nella speranza che il contagio non sia avvenuto e si possa tornare poi a circolare liberamente. Nel timore di una nuova ondata di contagi, il Ministero dell’Istruzione e il comitato tecnico scientifico sono convinti che l’app sia indispensabile, ad esempio, per il ritorno a scuola in sicurezza di alunni dai 14 anni in su, personale e anche dei genitori. Non essendoci però l’obbligatorietà, però, difficilmente ci saranno installazioni di massa prima dell’inizio dell’anno scolastico.

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