Quarantaseimila notifiche circa per un totale di 1.775 positivi segnalati, a fronte di nove milioni e mezzo circa di download. I numeri pubblicati sul sito ufficiale di Immuni parlano chiaro: sono pochi, se raffrontati a quelli ufficiali della pandemia reale nel nostro Paese. Quindi l’applicazione non funziona? Non proprio. Tra le cause dello scarso contribuito di Immuni ai tentativi di contenere la seconda ondata di Coronavirus ci sono sicuramente situazioni esterne all’app. Su tutte la sua scarsa integrazione con il mondo sanitario, ma anche altri fattori, tra i quali per esempio il recente bug scoperto su alcuni sistemi iPhone che blocca letteralmente le notifiche dell’applicazione, impedendo ai loro possessori di sapere se hanno avuto un contatto a rischio con una persona contagiata dal virus.
Nel momento in cui l’utente si accorge casualmente della segnalazione, spesso sono ormai trascorsi parecchi giorni, il che rende a quel punto l’operato di Immuni inutile. Se una persona è infatti potenzialmente infetta ma non viene avvisata per tempo, rischia nel frattempo di contagiare altri individui. Un problema quindi molto importante, che ha spinto il dipartimento all’Innovazione presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, che gestisce i vari aspetti tecnici della app, a segnalare subito la questione alla Apple e alla Commissione europea, con il Governo pronto a correre ai ripari.
Il call center e le regole obbligatorie per le ASL
Per cercare di ovviare al problema registrazione e tracciabilità, come abbiamo riportato stamattina, il Governo attiverà nei prossimi giorni un servizio nazionale di supporto telefonico e telematico a cui si potranno rivolgere gli utenti Immuni per avere assistenza dopo un’eventuale notifica di allerta, o per il caricamento dei dati dopo la notizia di positività. E visto che sono stati segnalati casi di inadempienza da parte di alcune ASL, con il decreto Ristori sottolinea ancora una volta l’obbligo dell’operatore del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di “caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività”.
Apple al lavoro per risolvere il bug di Immuni
Dal canto suo Apple ha iniziato a lavorare sulla questione e pare aver individuato nella nuova versione di iOS un possibile “colpevole”: pare infatti che l’app per iOS non riesca a interfacciarsi con la funzionalità di Notifica Esposizione, generando quindi il problema segnalato. Il fenomeno, che riguarda solamente utenti italiani e olandesi (nei Paesi Bassi usano un’altra app, ma che utilizza la stessa tecnologia di Immuni -Ndr), potrebbe dunque essere correlato all’ultimo aggiornamento del sistema operativo mobile dell’azienda di Cupertino, e nello specifico a una modifica fatta all’interno del framework di Contact Tracing.