Il presidente del Consiglio ha presentato “Impegno Italia”, la risposta dell’esecutivo alle fibrillazioni politiche che vorrebbero un cambio al vertice a palazzo Chigi. Un documento che contiene, tra i molti punti, anche un piccolo capitolo sull’innovazione, che riprende i temi dell’Agenda Digitale di Francesco Caio.
Presentando Impegno Italia, Letta sta ovviamente agendo di anticipo alla direzione di oggi pomeriggio, la resa dei conti tra i due uomini più in vista del Pd. Tralasciando gli aspetti politici che qui non interessano (ma che, per la cronaca, sono arrivati persino oltreoceano) nel testo si trovano 4 articoli dedicati all’agenda digitale, quelli dal 47 al 50. L’ipotesi Renzi ancora non è sul tavolo e non può essere messa a confronto, ma se il nuovo segretario del PD vorrà sostituire l’attuale Presidente del Consiglio dovrà rispondere anche in tema di innovazione digitale. Nel frattempo la proposta disponibile è quella di Enrico Letta e gli spunti in tema di Agenda Digitale così recitano:
- Definire un piano nazionale di infrastrutture digitali;
- Rafforzare il sistema di sanità elettronica;
- Attuare ed estendere la fatturazione elettronica e incentivare l’uso della moneta elettronica;
- Realizzare il Sistema Pubblico di Identità Digitale e avviare l’Anagrafe Nazionale Popolazione Residente.
La questione centrale dell’intero documento, per la parte sull’Agenda, è che Letta si impegna nero su bianco a trovare le risorse per finanziare questi obiettivi (minimi) con i fondi strutturali secondo il piano di Caio presentato pochi giorni fa. I tempi sono noti: si va dal trimestre per il fascicolo sanitario alla fine dell’anno per il piano nazionale delle infrastrutture. Per la fatturazione si punta alla copertura completa entro fine anno. Interessante la volontà, più chiara del solito, di incentivare i pagamenti elettronici, punto debole sia del sistema economico che del rapporto amministrazioni-cittadini e per cui sarà necessario un decreto attuativo – l’Agenda c’è già – entro il 2015.
Debolezze e mancanze
Bisogna dirlo senza troppi giri di parole: Impegno Italia non fa altro che riciclare impegni già presi, già procrastinati numerose volte, e rappresenta la sintesi del lavoro di Caio, ancora tutto da valutare. Le debolezze sono note: l’agenzia ha uno statuto da pochi giorni e va riempita di persone e obiettivi; le risorse sono pochissime; manca ancora un coordinamento preciso tra le cabine di regia che si sono susseguite in questi anni e il risultato è che si continua a «definire» e mai a realizzare.