i'mWatch: lo smartwatch ritarda, proteste su Facebook

i'mWatch, lo smartwatch "made in Italy" presentato nel mese di ottobre, ritarda: proteste su Facebook e nessuna risposta dal produttore.
i'mWatch: lo smartwatch ritarda, proteste su Facebook
i'mWatch, lo smartwatch "made in Italy" presentato nel mese di ottobre, ritarda: proteste su Facebook e nessuna risposta dal produttore.

i’m Watch, progetto tutto italiano presentato nell’autunno scorso, sta facendo parecchio discutere. Si tratta di uno smartwatch, ovvero un orologio equipaggiato con display touchscreen e sistema operativo Android, che avrebbe dovuto essere consegnato a chi ne ha effettuato il pre-ordine nel mese di febbraio. Le spedizioni però non hanno mai preso il via.

È quanto emerge dalla pagina ufficiale del dispositivo presente su Facebook, dove un numero sempre crescente di iscritti al social network lamenta gli stessi problemi: ritardo rispetto alla data di consegna prevista e nessuna risposta esaustiva dal produttore di i’mWatch.

Il numero dei post che scompare ogni giorno è incredibile! Ogni commento negativo o domanda di chiarimento viene cancellata. Invece di perdere tempo con questo, perché non ci dite quando avete intenzione di spedire gli orologi?

Salve, chiedo informazioni sulla spedizione del prodotto. Gradirei avere una risposta anche sul fatto di aver versato una doppia caparra al momento dell’ordine e aver quindi già pagato il dispositivo per intero.

Cari i nostri imprenditori veneti. Ho inoltrato un ordine presso il vostro sito nel mese di dicembre e mi era stato detto che le consegne sarebbero avvenute in gennaio. Quando ho chiamato nuovamente le consegne erano previste in febbraio. Poi ho versato la seconda metà dei 500 euro e mi è stato detto che la consegna era prevista per marzo.

[nggallery id=2867 template=inside]

Questi sono solamente tre dei tanti messaggi pubblicati su Facebook, ai quali i responsabili del progetto i’mWatch sembrano non aver ancora fornito una risposta. L’ultimo intervento pubblico dell’azienda, infatti, è datato 3 febbraio.

Chi ha già effettuato il pagamento, o una parte di esso, pretende dunque chiarimenti sulla situazione, talvolta minacciando il ricorso a vie legali di fronte al silenzio del produttore. Come sempre, il modulo commenti di seguito è disponibile per raccogliere eventuali aggiornamenti o sviluppi sulla vicenda.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti