È comparso ieri sulla pagina Facebook di Wikileaks un trailer che inizia dalla rivolta in Egitto e torna a ritroso dal Cablegate ai primi War logs. Un documentario intitolato “Revolution Truth sembra la risposta mediatica più organizzata contro chi vorrebbe zittire Julian Assange per sempre.
L’intento di questo film è dichiarato sul sito ufficiale:
“Il progetto ha due scopi. Il primo, quello di interrompere il tentativo del governo statunitense di perseguitare Assange e di chiudere WikiLeaks. Il secondo, di spiegare all’opinione pubblica americana la strategia del loro governo e il pericolo che essa ha per il loro diritto di parola.”
Il sito presenta una serie di contenuti su Wikileaks, la vicenda processuale del suo fondatore, ha un forum di discussione e una lettera (già sottoscritta da quasi ottomila persone) da spedire all’amministrazione Obama e al Congresso che conclude così:
“Il risultato di qualsiasi azione penale del governo degli Stati Uniti contro Wikileaks e Julian Assange sarà quello di limitare le informazioni veritiere che i cittadini americani ricevono circa la politica estera del loro governo. Ma gli Stati Uniti non possono promuovere la democrazia all’estero limitandola a casa propria.”
Anche se non compare nei credits del progetto, anche il famoso regista Michael Moore (quello di Fahrenheit 9/11, per intenderci) ha contribuito alla sua realizzazione, spostando l’idea iniziale di un documentario crowd (cioè composto dai contributi di tanti videomaker sparsi nel mondo) ad un video con inserti presi dai mass media e altri girati da professionisti.
Il documentario verrà trasmesso online a breve.
[youtube]DmIN8jNiplg[/youtube]