La notizia che arriva dal noto “The Australian” è a dir poco sorprendente. Pare infatti che nei PC della Polizia Australiana del nucleo informatico, siano stati scovati numerosi file scaricati dalla Rete.
I file, molto probabilmente, sono stati scaricati nei PC privati dei poliziotti e poi trasferiti sui PC dell’ufficio.
Il Capo della Polizia australiana ha sdrammatizzato dichiarando che non saranno avviate indagini interne considerato l’elevato numero degli agenti coinvolti (pare sia una moda).
L’AFACT, ovvero la SIAE d’Australia, ha chiesto spiegazioni dell’accaduto alle Autorità del Paese, contestando l’assenza di provvedimenti adottati nei confronti dei poliziotti.
Tale comportamento rischia di creare un pericoloso precedente nella “Terra dei Canguri”, visto che non sono stati adottati provvedimenti nei riguardi dei controllori.
D’altro canto, il “cittadino comune” si potrebbe sentire legittimato a violare il copyright, dando vita ad un circolo vizioso dal quale sarà difficile uscirne, anche perchè, la Legge dovrebbe essere uguale per tutti.