La banda larga è un’opportunità di sviluppo e permette alle persone di godere di benefici culturali, sociali ed educativi. Tuttavia, soprattutto in un periodo di crisi economica non tutti possono permettersi di attivare un abbonamento. Nel piccolo comune di Pieve di Cento, in provincia di Bologna, sta decollando il progetto “Pieveloce” che trasforma questa località di appena 7 mila abitanti in un laboratorio dove sperimentare un modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. A Pieve di Cento saranno offerte soluzioni di connettività che prevedono “tariffe sociali”, accessibili cioè a chi non dispone di un reddito elevato, con un occhio di riguardo ad anziani ed a gruppi più vulnerabili.
Il modello di Pieve di Cento, se replicato, potrebbe consentire di superare il “digital divide” nei confronti della banda ultralarga anche nei piccoli e medi centri urbani, a fallimento di mercato per i grandi operatori di telefonia. Il modello utilizzato prevede che il Comune metta a disposizione le infrastrutture e che l’operatore locale Nexus srl investa nella realizzazione del cablaggio in fibra ottica sfruttando la collaborazione di Lepida Spa, società in house di telecomunicazioni e servizi online degli enti locali emiliano-romagnoli. A 4 mesi dal lancio di questo progetto la copertura del centro storico ad oggi è già terminata, con l’attivazione di 20 linee ed oltre 70 in lavorazione. Entro la fine dell’anno l’intero territorio comunale dovrebbe risultare coperto.
Cittadini ed aziende potranno così scegliere di attivare linee con connettività a banda ultralarga grazie alla tecnologia FTTH (Fiber To The Home). Pieve di Cento offrirà soluzioni agevolate per collegare alla banda ultralarga a persone anziane ed a gruppi sociali più vulnerabili. Nexus srl ha deciso di riservare una maggiore attenzione a due fasce sociali più deboli: gli over 70 e le persone disabili. Per entrambe è stata creata un’opzione a 19 euro al mese iva inclusa per una linea 10Mb/10Mb, rispetto ai 25,21 euro standard, oppure a 30 euro per linea Internet 10/10Mb e telefonia Flat (Cellulari e Fissi Nazionali inclusi senza scatto alla risposta) rispetto ai 39 euro standard.
Pieve di Cento sta dunque testando un modello di sviluppo che potrebbe agevolare non solo la diffusione della banda ultralarga nelle zone dove difficilmente gli operatori andrebbero ad investire ma soprattutto punta a colmare anche il così detto digital divide sociale, offrendo a prezzi agevolati soluzioni di connettività per le fasce sociali più deboli. Si pensi, per esempio, che secondo l’ISTAT soltanto il 12,7% delle famiglie composte da soli anziani dispone di una connessione.