In Iran, Facebook è un pericolo elettorale

Da alcuni giorni, le autorità iraniane hanno fortemente limitato l'utilizzo di Facebook. La nuova censura nei confronti del social network giunge ad alcune settimane di distanza dalle prossime elezioni presidenziali e riceve la condanna delle opposizioni
In Iran, Facebook è un pericolo elettorale
Da alcuni giorni, le autorità iraniane hanno fortemente limitato l'utilizzo di Facebook. La nuova censura nei confronti del social network giunge ad alcune settimane di distanza dalle prossime elezioni presidenziali e riceve la condanna delle opposizioni

Tempi duri per gli utenti di Facebook in Iran. Le autorità del paese hanno avviato da alcuni giorni severi controlli sul social network tesi a limitarne sensibilmente l’utilizzo in vista della prossima tornata elettorale prevista per il 12 giugno. La decisione di rendere inaccessibile Facebook ha destato le proteste dei partiti di opposizione al presidente Mahmoud Ahmadinejad in lizza per il rinnovo del suo mandato.

Stando alle prime informazioni giunte dall’Iran, le limitazioni nei confronti degli utenti del famoso social network e di altri siti web sarebbero iniziate lo scorso sabato (23 maggio). «[Facebook, ndr] è stato bloccato dalle autorità ufficialmente per ragioni morali. Ma filtrare Facebook a pochi giorni dalle elezioni è stata una scelta sbagliata» ha sottolineato Mehdi Karoubi, già presidente del Parlamento iraniano e ora candidato alle presidenziali del prossimo 12 giugno. La decisione delle autorità è stata duramente criticata anche da Mohammad-Ali Abtahi, uomo politico di spicco in Iran impegnato tra le fila dei riformisti e spesso critico nei confronti dell’attuale presidente Ahmadinejad.

Nel post “Vi annusano le mani per scoprire se avete usato Facebook” sul suo blog personale, Abtahi scrive: «Shamloo, il grande poeta iraniano, dice in un famoso poema: “annusano la tua bocca per scoprire se hai pronunciato le parole ti amo”. Ora annusano le vostre mani per scoprire se avete utilizzato Facebook. […] I giovani iraniani, dei pionieri nell’utilizzo etico del mondo virtuale, hanno utilizzato attivamente questo social network. A pochi giorni dalle elezioni presidenziali, in assenza di media adeguati, hanno utilizzato questo strumento per dare voce agli altri quattro candidati per incoraggiare più persone a partecipare alle elezioni. […] Ogni governo, desideroso di aumentare il numero di elettori per dimostrare al mondo un’alta affluenza durante le elezioni, apre la strada alla promozione civile. Eppure sembra che i sostenitori del presidente abbiano ordinato di filtrare il sito perché inorriditi dalla presenza di così tante persone».

Abtahi conclude il suo post con un invito alle autorità per ripristinare i normali accessi a Facebook, consentendo così ai tanti giovani iraniani di partecipare attivamente e democraticamente alla campagna elettorale sostenendo i loro candidati preferiti. Il social network conta circa 150mila iscritti iraniani, per lo più giovani slegati dalla forte impronta ideologica dell’attuale presidente Ahmadinejad e sostenitori dell’ala riformista del paese.

Secondo alcuni osservatori, difficilmente Facebook tornerà pienamente accessibile prima delle data delle elezioni, fissate per il prossimo 12 giugno. La limitazione del Web in Iran non è comunque una novità: le autorità del paese hanno bloccato nel corso dell’ultimo anno oltre 5 milioni di siti, etichettati come un concreto pericolo per la società, la politica e l’economia iraniane.

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