In una audizione al Senato il commissario europeo responsabile per la società dell’informazione Viviane Reding ha bacchettato l’Italia definendo la copertura della banda larga «preoccupante» e «inadeguata». La Reding ha notato come la copertura sia minore rispetto alla media europea, invitando dunque non troppo indirettamente lo Stato ad intervenire.
Così Assodigitale riporta le parole della Reding: «la copertura della banda larga (ossia la superficie del paese in cui sono disponibili connessioni in banda larga) è pari all’ottantasette per cento (87%) vale a dire una percentuale molto più bassa della media dell’Unione Europea ed ovviamente inadeguata per lo sviluppo di applicazioni avanzate». Stessa versione è riportata dall’AGI.
Stando questa la situazione, andrebbe attribuito al commissario Reding un errore di fondo non di poco conto: l’87% andrebbe infatti probabilmente riferito alla popolazione coperta, non alla superficie. Infatti la superficie italiana dotata di broadband è molto minore, il che determina un forte scompenso e gravi differenze tra centro e periferia, città e campagna. Ne è conferma il discorso di Corrado Calabrò alla Camera datato Luglio 2006: «nel Documento di programmazione economico finanziaria presentato dal Governo in Parlamento si afferma che la diffusione a livello di massa delle nuove tecnologie digitali è un fattore indispensabile per la modernizzazione del Paese, e che a questo fine saranno adottate misure volte a promuovere lo sviluppo delle connessioni in banda larga e a contrastare il digital divide. È un’enunciazione che condividiamo toto corde. La diffusione dell’ADSL raggiunge l’80% della popolazione, ma con gravi squilibri territoriali».
Il lancio di agenzia è però da considerarsi viziato di parole non pronunciate dalla Reding, ed in effetti Key4Biz riporta una versione differente e più aderente alla realtà: «la copertura della banda larga è pari all’87%, vale a dire una percentuale molto più bassa della media dell’Unione europea e ovviamente inadeguata per lo sviluppo di applicazioni avanzate […] L’accesso in banda larga si concentra nelle aree urbane, mentre la copertura nelle zone rurali è nettamente inferiore alla media (44% contro 65%). Nonostante un miglioramento in termini di penetrazione della banda larga, con un tasso del 13,2%, l’Italia permane comunque al di sotto della media dei 15 Stati membri, nei quali il tasso medio di penetrazione è superiore al 16%». L’Italia avrebbe poi sottolineato che il paese è pronto a promettere nuovamente un impegno per risolvere la situazione: «il Ministero per gli Affari regionali ci ha informato tuttavia che sono a buon punto i programmi intesi a promuovere la diffusione della banda larga nelle zone rurali». Parole benedette, che dovranno però ora trovare sul campo una soluzione tecnica che inevitabilmente si scontra con l’intricato caso Telecom Italia.