Il 23 maggio finalmente l’AGCOM ha approvato il Bitstream, con un ritardo di circa 2 anni, ma usando un vecchio modo di dire potremo affermare, “meglio tardi che mai“.
Tuttavia nonostante le esultanze di molti utenti, la situazione è ancora lungi dall’essere definita.
Infatti la palla adesso passa a Telecom che ha 15 giorni di tempo per presentare la sua offerta all’ingrosso che dovrebbe rispecchiare quanto stabilito dalla delibere del Bistream.
L’offerta però deve essere poi valutata ed accettata nuovamente dall’AGCOM prima di diventare operativa.
Che significa? Significa che se Telecom non produrrà un’offerta all’ingrosso valida i tempi potrebbero nuovamente allungarsi e c’è chi già scommette che Telecom un po’ di ostruzionismo lo farà certamente.
Questo ovviamente produrrebbe nuovi ritardi per l’avvento del Bitstream e quindi slitterebbe ancora l’uscita delle nuove tariffe che per noi utenti finalmente sarebbero state in linea con le offerte degli altri operatori europei.
Le nuove offerte infatti dovrebbero prevedere costi decisamente più bassi e prestazioni maggiori.
Uso il condizionale perchè ancora non c’è nulla e non possiamo non dire che il ritardo nell’uscita di queste offerte sta veramente sfociando nel ridicolo.
In Italia purtroppo le offerte a banda larga hanno costi decisamente più alti delle omologhe europee.
Se nel corso degli anni comunque la situazione è andata migliorando, tuttavia non possiamo nascondere che al costo di una 2Mbit nel nostro bel paese, in Francia è possibile avere una 24Mbit.
Il problema italiano sta nel fatto che i vari isp che non dispongono di reti proprie pagano lo scotto di offerte all’ingrosso troppo salate.
Infatti il paragone con l’estero migliora se raffrontiamo le offerte in Ull o in Shared Access di Libero e Tiscali, ma la loro copertura è ancora troppo bassa per rivaleggiare con Telecom Italia.
Il futuro Bitstream dovrebbe prevedere prezzi allineati al meglio che si possa trovare in Europa.
Se questo davvero avverrà potremo finalmente avere delle offerte competitive che rilancerebbero anche il mercato italiano adesso troppo in mano al monopolista Telecom.