In Italia abbiamo una grave ferita e una grave risorsa. Una è la televisione di stato. L’altra anche.
Che sia una piaga per tutti si sa, lo si può verificare in un attimo accendendo la tv in qualsiasi momento. Nei suoi decenni di storia, però, la RAI è diventata anche un immenso archivio di ricchezze, e questi giorni sono un’occasione preziosa per rispolverarne qualcuna.
Ieri, 11 gennaio, correva il decennale dalla dipartita di Fabrizio De André. RAI 3 ha saputo offrire uno spaccato delicato ed intelligente della sua opera, con molti interventi altolocati di artisti italiani, coautori ed amici di “Faber“. Ma la storia della RAI può offrire anche molto di più. È sufficiente partire dal sito RAI Teche per trovare i molti contributi raccolti fin dagli anni ’90 con speciali de “La storia siamo noi”, con approfondimenti su Fernanda Pivano o con analisi particolareggiate su canzoni quali “La canzone di Marinella” o “La guerra di Piero”.
Il materiale è disponibile in formato Realmedia o Windows Media e per qualche ora ancora la homepage del sito ne raccoglierà i link principali senza dover effettuare ricerca alcuna.
Sul web è oggi disponibile un enorme quantitativo di materiale relativo all’opera ed alla vita di De André. Chissà Faber cosa ne avrebbe pensato del Web. Chissà come l’avrebbe usato. Chissà se avrebbe mai tenuto un blog tutto suo. Probabilmente vi sarebbe stato lontano, così come ha schivato la tv per tanti anni adducendo una spiegazione precisa ed anticonformista alla propria scelta. “Anti” + “conformista”: una scelta autonoma, precisa e non omologata. La natura dei due mezzi (tv e web) è però tanto diversa da autorizzare un interrogativo da lasciarsi in sospeso. Faber avrebbe usato il Web? Non lo sapremo mai.