Le trattative per la fusione tra gli operatori 3 Italia e Wind si sarebbero arenate nuovamente. Sebbene c’era chi a luglio dava l’operazione come cosa fatta o quasi, nuovi ostacoli si sarebbero frapposti alla nascita del nuovo operatore di telefonia mobile in Italia. Le motivazioni di questo ennesimo stop alle trattative sarebbero da ricondursi alle tensioni politiche tra Russia e Occidente sull’Ucraina e ad alcuni problemi legati alla governance.
Wind, si ricorda, è attualmente controllata dai russi di Vimpelcom. Stallo che comunque non deve essere preso come fallimento dell’operazione. Secondo diverse fonti infatti gli advisor di entrambi i soggetti starebbero ancora lavorando per sciogliere i nodi ed arrivare alla fusione tra i due operatori. Tuttavia le stesse fonti sottolineano come sarà necessario probabilmente lavorare ancora per molti mesi prima di arrivare forse ad una soluzione positiva, anche perché nessuna delle due parti vuole essere quella che vende. Ecco dunque spiegata la recente decisione di Wind di mettere in vendita buona parte del suo parco antenne.
Lo stallo dell’operazione di fusione ha probabilmente fatto prendere la decisione a Vimpelcom di andare comunque avanti sulla sua strada e di vendere le torri di trasmissione per poter ottenere liquidità per ripianare parte dell’alto debito dell’operatore arancione (9,6 miliardi di euro a fine giugno). Debito che è sempre stato anche uno dei problemi che in passato hanno causato lo stop delle trattative con 3 Italia. Dunque l’operazione di vendita delle torri di trasmissione potrebbe avere due scopi: ottenere liquidità per ripianare il debito e agevolare le trattative già comunque difficili con 3 Italia.
Fonti economiche affermano che le torri di trasmissione di Wind sarebbero valutate almeno 500 milioni di euro.