Gravi problemi per la LG e la sua sussidiaria LG Chem, specializzata nella produzione di batterie, dopo che il portatile di una giornalista è esploso durante il normale utilizzo. Adesso si prevedono indagini e possibili guai in borsa.
Già nel 2006 accadde alla Sony di dover richiamare ben 9,6 milioni di batterie al litio che si scoprì potevano prendere fuoco spontaneamente. La procedura costò alla compagnia circa 467 milioni di dollari abbassando i profitti del quarto in questione di quasi il 90%. Se le indagini dovessero determinare che esiste un rischio concreto che il caso della giornalista coreana non sia isolato LG potrebbe incorrere nei medesimi problemi.
È la stessa compagnia coreana che ha deciso di far partire l’inchiesta interna in congiunzione con la divisione LG Chem e con un organismo indipendente esterno all’azienda che certifichi anche davanti all’opinione pubblica la trasparenza dell’azione.
Intanto le azioni LG non vanno bene, la picchiata per ora si assesta sul 5,7% per LG e sul 4,7% per LG Chem, una reazione del mercato che dalla compagnia giudicano come assolutamente esagerata considerando come il settore dei laptop è una parte molto minoritaria del business dell’azienda. Solo l’anno scorso infatti ne sono stati venduti 670,000, influendo per lo 0,6% sul totale del settore e anche all’interno della compagnia i proventi dei notebook costituiscono solo l’8% del totale.