WhatsApp è stata chiamata in causa dall’India per una serie di linciaggi, massacri e omicidi in tutto il Paese scatenati negli ultimi mesi da voci diffuse sulla più grande app di messaggistica del mondo. Il governo chiede misure e provvedimenti per arginare il fenomeno delle fake news.
L’India rappresenta il più grande mercato al mondo per WhatsApp dato che sono oltre 200 milioni gli utenti locali a utilizzare l’app. Il problema è che una diffusione tale ha favorito la libera e incontrollabile circolazione di messaggi falsi e contenuti provocatori che hanno causato gravi disgrazie: fake news su rapitori di bambini hanno contribuito a innescare massacri di oltre una dozzina di persone in India, almeno tre delle quali sono decedute; inoltre, in un altro episodio avvenuto nello stato occidentale del Maharashtra, cinque persone sono state picchiate a morte da una folla perché accusate su WhatsApp di essere rapitori di minori.
«La profonda disapprovazione su tali sviluppi è stata trasmessa al senior management di WhatsApp e sono stati informati che dovrebbero essere prese le necessarie misure correttive», ha detto il ministero dell’Information Technology in India in una dichiarazione di forte impatto fornita nelle scorse ore. Il ministero ha sottolineato che le forze dell’ordine indiane stanno già prendendo dei provvedimenti per arrestare i colpevoli responsabili degli omicidi, ma il ripetuto flusso di notizie false sulla più popolare app di messaggistica in India rimane motivo di profonde preoccupazioni. Sebbene agli agenti sia stato chiesto di entrare nel maggior numero di gruppi WhatsApp per monitorarli e fermare il prima possibile la diffusione di voci e fake news, il governo indiano crede che la piattaforma di proprietà Facebook non possa «eludere le sue responsabilità» quando servizi di questo genere vengono abusati dagli utenti per diffondere disinformazione.
«Il governo ha anche espresso senza mezzi termini che WhatsApp deve intervenire immediatamente per porre fine a questa minaccia e garantire che la sua piattaforma non venga utilizzata per tali attività di malafede», ha aggiunto il ministero. WhatsApp ha affermato di non volere assolutamente che la piattaforma venga usata per diffondere informazioni errate e al contempo sta offrendo borse di studio ai ricercatori, nel tentativo di stimolarli a combattere la diffusione delle fake news sulla sua app.
Nello specifico, WhatsApp ricompenserà fino a 50mila dollari per quelle proposte che «promuovono approfondimenti sull’impatto della tecnologia sulla società contemporanea in questo spazio problematico», inclusi contenuti relativi alle elezioni, alfabetizzazione digitale e «individuazione di comportamenti problematici all’interno di sistemi crittografati».