Oggi tutti gli operatori telefonici offrono servizi VoIP che permettono di effettuare una conversazione telefonica sfruttando una connessione Internet o una qualsiasi altra rete dedicata a commutazione di pacchetto. Nonostante la crescente diffusione della fibra ottica, le normative vigenti obbligano gli operatori ad offrire servizi di telefonia su rame. Dopo aver ricevuto diverse richieste da AT&T e Verizon, la FCC statunitense ha approvato un programma che prevede l’avvio dei test per una rete basata completamente su IP.
Gli operatori lamentano da diversi anni gli eccessivi costi di manutenzione necessari per mantenere attiva una rete che ha ormai oltre 50 anni. La modernizzazione dell’infrastruttura di comunicazione richiede però il rispetto di determinate regole. Per questo motivo, la Federal Communications Commission vuole verificare le conseguenze delle varie soluzioni proposte, prima di attivare il servizio su larga scala. I primi test dovrebbe iniziare a partire dal mese di maggio, dopo un’approfondito esame da parte della commissione.
Una rete IP su fibra ottica (ma anche cavo coassiale e wireless) dovrebbe coprire il 100% della popolazione, includendo anche le aree rurali. Oggi la banda larga e ultra larga raggiungono principalmente le città più grandi. Inoltre, deve essere garantito il funzionamento dei servizi di emergenza (il famoso 911 negli Stati Uniti). Questo tipo di chiamate può essere instradato solo sulla vecchia rete analogica. Discorso analogo per i dispositivi medici e gli allarmi delle abitazioni.
Un altro problema sarà convertire l’enorme database di numeri telefonici in indirizzi IP, senza interrompere l’attuale sistema. Teoricamente, gli operatori dovrebbero creare una sorta di DNS che funzioni in modo analogo alla conversione dei nomi di dominio dei siti web. Negli Stati Uniti, oltre un terzo degli adulti utilizza solo i telefoni cellulari. Nonostante il numero di abbonati alla vecchia rete fissa sia in calo, non è possibile “tagliare” le linee in rame da un giorno all’altro.