È uno dei riferimenti che più ha fatto parlare di sé nel tempo grazie al lavoro di molti attivisti che ne hanno forgiata l’attività. Sul web la sola parola ‘Indymedia‘ aveva ormai un suo significato forte, una caratterizzazione precisa. A 6 anni dall’apertura Indymedia chiude i battenti pur preannunciando un chiaro significato anche in questa forte cesura.
Recita il comunicato pubblicato sul sito: «Indymedia-Italia a 6 anni dalla sua nascita ha bisogno di ripensare il suo modo di essere media, e per farlo ha bisogno di silenzio, di tacere, ha bisogno di ripartire senza rete e di allargare la discussione a 360 gradi […] Col passare degli anni persone e strumenti sono entrati in conflitto, e il caso più emblematico è proprio il newswire, l’area a pubblicazione libera, diretta e senza filtri (concetti alla base dell’open publishing), intorno a cui si assiste a costanti polemiche su cosa viene nascosto e perché, sulla pubblicazione di foto e filmati che mostrano i visi delle persone, o dei loro dati personali. […] Tutto questo è oggetto di riflessione continua perché il senso critico impone di (ri)mettersi in discussione, sempre, ma il rumore di fondo è assordante e c’è bisogno di silenzio. In modo da poter ascoltare, osservare, valutare e concentrare le proprie energie sulle idee che altrimenti rischierebbero di restare sommerse. Il silenzio serve a questo, e di energie e idee, parliamone insieme, ripartendo da zero».
L’ultima frase è però la più significativa: «Indymedia-Italia chiude per ricominciare». Ulteriori aggiornamenti verranno pubblicati direttamente dalla homepage oggi occupata dal congedo.