Più e più volte abbiamo sentito dire che Internet è il media universale per eccellenza, il catalizzatore dell’attenzione di istituzioni, enti, aziende e consumatori. Un ruolo importantissimo che consente di informare milioni di persone nel mondo in tempo reale, mettendo a confronto culture diverse e pensieri diversi come mai era accaduto prima nella storia dell’umanità.
La Rete assume quindi grande potere nella moderna società globale e dato che da un grande potere derivano grandi responsabilità, citando una celebre battuta cinematografica, non ci si può non chiedere quale impatto il Web abbia avuto nell’informare gli utenti relativamente a uno dei grandi spauracchi degli ultimi mesi: la pandemia legata al virus AH1N1, altrimenti conosciuta come l’influenza suina.
Ebbene, a chiederselo sono stati i responsabili dell’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità), i quali hanno studiato minuziosamente l’impatto che il mondo dei media ha avuto sulla presa di coscienza dei pericoli e su quanto c’è stato da sapere sull’influenza, mettendo in luce come Internet si sia distinto per una massiccia campagna di informazione e… disinformazione.
Dall’OMS fanno notare infatti come nei mesi più critici, in cui si ipotizzava il picco della pandemia globale, non sono stati pochi i siti Web, blog, forum e social network in cui il tema dell’influenza era al centro del dibattito, dando possibilità agli utenti di ricevere un gran ventaglio di informazioni, ma al tempo stesso non mancando di distinguersi per un altrettanto imponente mole di dati, testimonianze e prese di posizioni basate su criteri poco scientifici e soprattutto sbagliati.
In questo contesto si evidenzia come sia stata proprio la Rete la portavoce di una campagna che sconsigliava la vaccinazione, con il risultato, a quanto pare, di centrare in pieno l’obiettivo, visto il sostanziale fallimento delle campagne di vaccinazione previste da diversi paesi, compresa l’Italia, con relativo acquisto di ingenti quantità di vaccino rimaste inutilizzate.
Secondo gli osservatori dell’OMS non è stato semplice, sia per le istituzioni che per gli enti preposti, informare correttamente e con equilibrio la popolazione, il tutto, così dicono, a causa delle informazioni distorte che correvano per il Web da più parti e a cui i responsabili hanno dovuto controbattere più volte.
In definitiva, se il Web si paragona a una piazza virtuale, a una riproposizione digitale di una qualsiasi piazza reale di un centro abitato, appare chiaro come il rischio di mischiare le informazioni sia fisiologico e inevitabile. D’altronde in giro, parlando con amici o semplici conoscenti, si sente di tutto e di più, basta solo un po’ di attenzione nel vagliare quanto viene proposto, cercando di capire cosa è attendibile e cosa no, esattamente quello che accade nei meandri, ovviamente amplificati, di Internet. Possiamo dire che non vi è niente di nuovo sotto il sole?