Informatizzare la cultura

Informatizzare la cultura

Il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi, in occasione della riunione del Comitato dei Ministri della Società per l’informazione che si è tenuta oggi a Palazzo Chigi, esprime grande soddisfazione per il rapporto di collaborazione che si è instaurato con il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, e che si è concretizzato nel febbraio scorso con un protocollo di intesa. Grazie a tale accordo saranno implementati quattro importanti progetti. In primo luogo sarà sviluppato il portale www.culturaitalia.it, che è il portale della cultura del nostro Paese. È previsto, poi, il più grande piano di digitalizzazione del patrimonio museale italiano attraverso l’attuazione del progetto “Musei d’Italia”. Infine saranno realizzate due importanti iniziative per rendere più vicina ai cittadini la tutela del patrimonio culturale, attraverso l’informatizzazione dei procedimenti di vincolo e di altri procedimenti di tutela e l’estensione dell’accesso alla banca dati dei vincoli ad imprese, professionisti e ai cittadini


Parole, queste, comparse in un comunicato disponibile sul sito Beniculturali.it. Si parla di musei digitalizzati, di collaborazioni e di informatizzazione, annunci che sovrappongono annunci, il tutto all’ombra di un Italia.it che dopo il lancio non ha più fatto parlare di sé.

Beniculturali.it sembra però già godere di maggior credito rispetto all’omologo sito per il Turismo. Maggiore la massa dei contenuti, più frequenti gli aggiornamenti. Il ruolo che i siti istituzionali possono ricoprire (derive a parte) non è però spesso chiaro.

Relativamente ai musei online, il progetto fa parte del piano e-gov 2012:

raccogliere in un unico importante progetto di valore strategico attività e
realizzazioni già esistenti nel campo del sistema museale e valorizzare i risultati ponendoli in un contesto di più ampia costituzione di un “Sistema museale nazionale”. Il progetto prevede la digitalizzazione del patrimonio, la comunicazione sul web, l’e-commerce, la realizzazione di “Musei impossibili”, attraverso la ricomposizione, all’interno dello stesso ambiente virtuale, di opere (di uno stesso autore, di una corrente artistica, di una determinata tipologia) situate realmente in diverse istituzioni e in differenti paesi.

Portare online i musei italiani, stima il Governo, costerà 12 milioni di euro.

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