Innovazione e digitalizzazione: un binomio da ripetere come un mantra, da trasformare in obiettivo prioritario laddove si intenda reagire subito per non rimanere irrimediabilmente in ritardo. Lo richiedono i mercati, lo richiede il ritmo evolutivo: innovazione e digitalizzazione sono le chiavi per agganciare il futuro e lasciarsi trasportare.
Il monito giunge dal Benchmarking Report 2016 di ERT (European Round Table of Industrialists: l’Italia è in questa sede rappresentata, tra gli altri, dall’Amministratore Delegato Eni, Claudio Descalzi; dall’AD STMicroelectronics, Carlo Bozotti; dall’AD FCA, John Elkann). Il report sottolinea i molti passi indietro che l’Europa ha effettuato negli ultimi anni, dimenticando quasi completamente la necessità di investire dopo che la crisi dei mercati ha tolto ossigeno al vecchio continente. In questa progressiva chiusura protezionistica, l’Europa ha intrapreso una serie di iniziative volte più a difendere il patrimonio esistente che non a crearne di nuovo: una deriva pericolosa e attualmente ancora in atto, che ha portato a ritardi e rallentamenti oggi ormai cronici. Per uscirne occorrono oggi strategie mirate e due ingredienti su tutti debbono essere al centro di ogni progetto: innovazione e digitalizzazione, il binomio perfetto per alleggerire l’UE e consentirle di tornare a volare.
Per aumentare la competitività dell’UE, l’European Round Table of Industrialist chiede di:
- «attuare un potenziamento del mercato interno, in particolare con il completamento del Digital Single Market, l’Energy Union e la Capital Markets Union»;
- stimolare l’innovazione e l’adozione di nuove tecnologie come principali propulsori della crescita economica sostenibile in Europa. Valutare ogni misura legislativa e politica in riferimento al suo impatto sull’innovazione durante tutto il processo politico (Principio dell’innovazione)»;
- garantire l’accesso ai mercati stranieri mantenendo parità di condizioni»;
- liberare i benefici della digitalizzazione investendo in infrastrutture digitali, tecnologie chiave e sviluppo delle skill, il tutto sostenuto da un quadro di riferimento robusto che garantisca anche la sicurezza del cyberspazio»;
- Permettere alle start-up di progredire sostenendo l’imprenditorialità, l’accesso alle risorse e diminuendo gli adempimenti burocratici».
Debito pubblico generalmente elevato, disoccupazione giovanile in aumento, bassi investimenti nella ricerca, imposte sull’energia ad alzarne il costo, anacronistici oneri burocratici: questi ed altri lacci frenano oggi le ambizioni del vecchio continente, bloccandone il potenziale di crescita e limitandone lo sviluppo. Focalizzando le singole evidenze, il team ERT intende inquadrare al meglio il problema al fine di focalizzare al meglio anche le possibili soluzioni.
E le soluzioni sono in gran parte tecnologiche: la digitalizzazione dei processi (per cui l’Italia ha dato incarico ad un apposito Digital Team) e lo sviluppo delle infrastrutture (la diffusione capillare della banda larga era e rimane un requisito fondamentale al fine di dar concretezza ai presupposti della digitalizzazione) sono i primi due tasselli, dai quali verrà tutto il resto: la business digitalisation, e la nascita di nuovi lavori proprio dai processi che andranno ad innescarsi possono rappresentare la scintilla per ridisegnare i mercati e dare nuova linfa all’UE. E i benefici potranno essere direttamente riversati sui cittadini: se oggi i lavoratori europei devono fare i conti con retribuzioni mediamente inferiori rispetto ad esempio agli Stati Uniti, il problema è da identificarsi proprio in tutta quella serie di problemi che impedisce oggi all’Europa di esprimere appieno il proprio potenziale.