I cambiamenti connessi alla quarta rivoluzione industriale spaventano: secondo alcuni i robot ci ruberanno il lavoro, altri intravedono invece nella nascita di nuovi mercati ad alto tasso d’innovazione un’opportunità concreta da cogliere. I timori sono ad ogni modo legittimi e non vanno etichettati come un allarmismo ingiustificato: devono essere analizzati e trattati con un approccio responsabile. È quanto sta cercando di fare Google, come annunciato in occasione di un evento andato in scena nella città di Pittsburgh (Pennsylvania).
Se ne parla in un intervento firmato dal CEO Sundar Pichai sul blog ufficiale, che getta le fondamenta di quelle che saranno le iniziative messe in campo dal gruppo di Mountain View per accompagnare un processo di transizione ormai avviato e, che piaccia o meno, irreversibile. La prima si chiama Grow with Google e mira ad affrontare una problematica che riguarda da vicino anche il vecchio continente: il gap che sempre più separa le competenze di cui necessitano le società operanti nel mondo hi-tech e quelle offerte dal mondo del lavoro. Servono un cambiamento nei processi formativi e l’introduzione di corsi strutturati ad hoc. L’impegno di bigG mira ad offrire gratuitamente questo tipo di training, in partnership con diverse realtà d’oltreoceano.
Vi sarà poi uno sforzo di natura economica: un miliardo di dollari messo a disposizione delle organizzazioni che si trovano e si troveranno a dover affrontare le difficoltà connesse all’evoluzione tecnologica, spalmati su un periodo dalla durata complessiva pari a cinque anni. Infine, Google metterà infine le competenze dei propri dipendenti al servizio di chi ne avrà bisogno, in modo del tutto gratuito, per un monte ore pari a un milione di ore. Così Pichai, nel suo post, guarda al futuro.
Rimango ottimista in merito alla tecnologia. Non perché credo nella tecnologia, ma perché credo nelle persone.