Quand’è che le bugie sono diventate parte integrante di Instagram? Quando questo bellissimo social network ha smesso di raccontare istanti di vita vera ed è diventato una campagna pubblicitaria per aziende, aspiranti influencer e starlettine? La perfezione che vedete nel 70% degli account Instagram è finta, facciamocene una ragione, le tavole apparecchiate, gli uffici che sembrano usciti dalle riviste, i bambini ordinati, puliti e perfettini, i capelli sempre in ordine e i selfie spacciati per casuali, sono tutti studiati a tavolino. Il guaio è che questo tam tam di perfezione ci condiziona e ci spinge a creare realtà fittizie che si estendono a macchia d’olio.
Se si è tutti consapevoli di questo Instagram si può tranquillamente utilizzare, ma non pensate mai di dovervi adeguare a questa perfezione, perché di perfetto non c’è assolutamente niente. Il video che vi mostro oggi incarna alla perfezione questo discorso, è stato creato da Ditch the Label che è un’organizzazione anti-bullismo che lavora negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Messico.
Se volete raccontare una vita finta per accumulare follower e farvi pagare per creare contenuti sponsorizzati, liberissimi di farlo, ma non fate passare le cose studiate a tavolino come reali. E noi che guardiamo, facciamo come quando guardiamo serie televisive e film, sapendo che è bello, ma non reale.
La vita vera è molto più dell’ansia di non essere abbastanza “instagrammabili” è fatta di piatti buonissimi ma brutti, di sudore, lacrime, capelli spettinati, ricrescita, pancette e pelle color mozzarella, di occhiali da vista, di tramonti emozionanti ma non spettacolari, di foto sbagliate, smalti sbeccati, bicchieri spaiati e risvegli stropicciati. Il confine tra il raccontare il proprio meglio e imporsi di avere il meglio degli altri è sottile e malsano.
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