Gli analisti di Gartner non hanno dubbi: gli Instant Messenger saranno
una delle 10 tecnologie chiave per il 2005, quelle che da qui ad un anno assumeranno
ruoli di rilievo assoluto nel settore dell’IT. Uno slogan per questo decisivo
balzo in avanti? Dalla chat al business. Ovvero, da sistema phiù amato da
schiere di chattatori in ogni parte del mondo a nuova killer application della
comunicazione aziendale. Commentando i risultati dello studio, Carl Claunch,
vice presidente del settore Ricerca presso la stessa Gartner, ha dichiarato a
ZDNet Australia che l’utilizzo dell’IM come sistema di comunicazione interna
alla sua società ha portato ad un calo del 40% del volume di e-mail e del
70% del traffico telefonico.
Ad oggi, comunque, le percentuali d’uso di ICQ e dei suoi fratelli, sono decisamente
sbilanciate verso l’ambito della comunicazione personale. Un altro istituto di
ricerca, Radicati Group, ha calcolato che solo il 9% dei messaggi scambiati
nel corso del 2003 può essere riportato al contesto aziendale o genericamente
orientato al business. Non che gli Instant Messenger siano assenti dai PC sul
posto di lavoro, anzi. Il fatto è che vengono per lo più usati per
lo scambio di messaggi privati.
Ma lungi dal dipendere da inveterate attitudini alla chiacchiera, i fattori
che fanno da ostacolo al decollo degli IM come applicazione aziendale sono squisitamente
tecnologici. La sicurezza, innanzitutto. Ma anche la mancanza di funzionalità
avanzate di archiviazione e ricerca dei log che registrano le sessioni di chat.
Se contano poco o nulla in amene discussioni con l’amico del cuore, hanno una
rilevanza cruciale nello svolgimento di attività ‘serie’. Ci limitiamo
a citare un solo caso. Un articolo apparso sul sito Bank Technology News e citato da Forbes, rivela
che l’80% degli agenti che operano a Wall Street usa gli Instant Messenger per
motivi legati alla propria attività. Ebbene, la SEC (Securities and Exchange
Commission, la CONSOB americana) ha annunciato il rilascio di specifiche regole
riguardanti l’utilizzo di queste applicazioni, così come avviene per le
e-mail. Molte società hanno anticipato i tempi, imponendo la conservazione
dei log per 5 anni.
Consapevoli di tutto ciò, i produttori si stanno attrezzando, fornendo
alle aziende software compatibile con utilizzi più avanzati rispetto alle
applicazioni consumer. Tra questi produttori, ci sono le stesse società
che oggi si spartiscono l’enorme platea di utenti di IM. Le stime più attendibili
parlano di una cifra superiore ai 100 milioni. Numeri importanti. E soprattutto
clienti da coccolare e attirare con continue innovazioni, visto che spesso l’adozione
di un programma è legata all’adozione di altri servizi forniti da portali
e grandi community. È sufficiente scorrere la lista dei big four
per rendersene conto: AOL Instant Messenger, MSN Messenger, Yahoo Messenger, ICQ
(che è controllata da AOL). I giorni scorsi hanno visto una concentrazione
di novità e aggiornamenti per quasi tutti questi prodotti.
ICQ ha sfornato la versione 4.0. Tutta nuova e semplificata l’interfaccia,
con l’aggiunta di una feature (Follow Me) che consente il reindirizzamento
dei messaggi in arrivo su un telefono cellulare. L’enfasi maggiore è stata
posta comunque sulla piattaforma di sviluppo denominata Xtraz. ICQ ha in
pratica reso disponibile un’API (Application Programming Interface) che consentirà
agli sviluppatori la creazione di plug-in. Tra quelli già a disposizione
degli utenti, una serie di giochi, un’applicazione per l’invio di cartoline elettroniche
e un’altra per l’upload di foto digitali.
Oltre a rifare il look, Yahoo (il cui All New Yahoo Messenger è
ancora in versione beta) ha invece puntato ad una più stretta integrazione
con i propri servizi: l’e-mail, la sincronizzazione con la rubrica indirizzi,
i giochi online, la condivisione di album fotografici, la radio in diretta grazie
a LaunchCast.
Per quanto riguarda Microsoft, la novità di rilievo è
l’integrazione in MSN Messenger di un servizio di giochi online tra gli utenti
basato su un abbonamento mensile.
Sullo sfondo rimane, però, il problema dell’interoperabilità.
Chi usa uno di questi Instant Messenger sa che al momento non può in alcun
modo comunicare con altri client che non siano uguali al suo. L’unificazione dei
protocolli che fece esplodere anni fa l’e-mail, è ancora una chimera in
questo settore. Molti analisti scommettono che presto o tardi si arriverà
ad una qualche forma convergenza, perché gli utenti la chiederanno, stanchi
di dover utilizzare quattro o cinque account con i relativi programmi. Quel che
resta da vedere è che tipo di convergenza si realizzerà. Se cioè
si affermerà l’interoparibilità tra i diversi servizi o se prevarrà
quella basata su client in grado di gestire tutti i protocolli. È la via
dei vari Trillian, Gaim, Fire, Proteus (nuove versioni anche per questi ultimi
tre nei giorni scorsi). Una via che i big hanno mostrato di non apprezzare troppo
negli ultimi anni bloccando a più riprese l’integrazione in questi software
dei loro servizi.