Gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, da qualche settimana, possono contare sul supporto di un piccolo aiutante robotico: un drone, chiamato Int-Ball e progettato dall’agenzia giapponese JAXA. Il nome ben rappresenta il suo aspetto. Si tratta infatti di una vera e propria sfera, bicolore, con un display che mostra due cerchi del tutto simili a degli occhi. In qualche modo richiama alla mente il personaggio di EVA nel film WALL-E.
Int-Ball però, a differenza della sua lontana parente, non servirà a trovare forme di vita su un pianeta lontano. L’unità è in grado di muoversi in modo completamente autonomo tra i corridoi, le stanze e i laboratori della ISS, più precisamente quelli che si trovano nel modulo Kibo. Può anche essere controllato da remoto da un operatore sulla Terra, con la possibilità di trasmettere le immagini catturate in tempo (quasi) reale. La sua reale utilità è rappresentata dal far risparmiare tempo al personale di bordo, che potrà così evitare di aggirarsi sulla Stazione con videocamere o fotocamere. È stato portato in orbita il 4 giugno come parte del carico contenuto nella capsula Dragon spinta dal racco Falcon 9 di SpaceX.
Dal punto di vista delle componenti equipaggiate il drone è un vero e proprio concentrato di tecnologia: ha un diametro pari a 15 cm e al suo interno ospita un’unità di controllo a tre assi. I movimenti a gravità zero sono gestiti con estrema precisione attraverso un sistema composto da dodici ventole. La videocamera inclusa (posizionata in mezzo agli occhi robotici) si basa su una tecnologia chiamata 3D Target Makers che individua i punti d’interesse e cosa riprendere. Qui sotto un’immagine che lo vede interagire con gli astronauti Whirson e Fischer.