Quindici anni: è questo il tempo di cui gli ingegneri Intel hanno avuto bisogno per trasformare il primo dispositivo di calcolo con una potenza pari ad 1 Teraflop da un sistema composto da oltre 9000 Pentium II distribuiti all’interno di 72 case in un singolo microprocessore con a bordo oltre 50 core. Il chipmaker di Santa Clara, infatti, ha presentato Knights Corner, ultima frontiera della computazione digitale.
Nel corso della conferenza SC11 di Seattle Intel ha dunque dato il “La” ad una nuova era, facendo apparire le attuali tecnologie dual e quad-core del tutto obsolete. Una singola CPU da 1 Teraflop è in grado di eseguire all’incirca un trilioni di operazioni in virgola mobile al secondo: tale potenza di calcolo potrebbe rappresentare una vera e propria manna dal cielo per tutte le applicazioni scientifiche che necessitano di operazioni piuttosto lunghe e complesse, risultando nella pratica un aiuto fondamentale per settori quali l’ingegneria, la biologia e la medicina nelle simulazioni al computer.
L’architettura elettronica di tale microprocessore farà leva sulle ultime scoperte della società in materia di transistor 3D, potendo di fatto aumentare la densità di dispositivi all’interno dello stesso wafer di silicio per incrementare notevolmente la capacità di calcolo dell’intero sistema. Il tutto, poi, senza intaccare la retrocompatibilità: Intel ha infatti annunciato che vi sarà pieno supporto per le applicazioni scritte basandosi su di un’architettura x86, il che rende superflua la riscrittura del codice per adattare tali software al nuovo processore, benché un’ulteriore lavoro di ottimizzazione permetterebbe di sfruttare al meglio tutti i core a disposizione.
Secondo le prime ipotesi, inoltre, Knights Corner potrebbe trovare ampia applicazione anche nel settore desktop, permettendo la realizzazione di computer domestici di elevatissima capacità di calcolo. L’obiettivo principale di Intel è però quello della realizzazione del più potente megacalcolatore al mondo, la cui data di arrivo è prevista nel corso del 2018: prima di allora restano da risolvere una serie di problemi di non poco conto, sia dal punto di vista software che dei consumi energetici, chiaramente maggiori rispetto ai sistemi attualmente in commercio.