Intel ha annunciato di voler investire fino a 80 miliardi di euro nell’Unione europea nel prossimo decennio. La multinazionale mira in tal senso alla realizzazione di fabbriche in Germania, Francia, Irlanda, Italia, Polonia e Spagna, con specifici riferimenti nella catena dei semiconduttori, della ricerca e sviluppo (R&S) fino alle tecnologie di imballaggio all’avanguardia. Il tutto in linea con i piani di sviluppo per il 2022 che vi avevamo anticipato lo scorso mese.
Carenza di chip? Intel aumenta gli investimenti nel settore
La crisi dei chip, come vi abbiamo riportato più volte su queste pagine, ha colpito in modo importante tutta la filiera produttiva tecnologica, non risparmiando praticamente nessuna azienda. Tra queste Intel, tra le prime a lanciare l’allarme in tempi non sospetti. Secondo il CFO del gruppo, George Davis, la carenza globale di chip tra l’altro continuerà probabilmente ancora per un paio di anni.
Ecco perché Intel anziché cercare di ottimizzare le risorse a disposizione per coprire quanto più possibile le richieste, dando la priorità alla produzione di processori pesanti per l’utilizzo in data center e da parte di grossi clienti sia pubblici che privati, un settore che le consente profitti ingenti, ha deciso di passare al contrattacco per potenziarne la produzione.
Prima ha quindi dato il via alla costruzione di una fabbrica in Ohio, poi ha acquisito la Tower Semiconductor Ltd., un’importante società israeliana che produce circuiti integrati utilizzando tecnologie di processo speciali, tra cui SiGe, BiCMOS, SOI, segnali misti e RFCMOS, nonché Funzionalità MEMS. E ora lancia gli investimenti per la costruzione di nuove strutture in Europa. In particolare, in Italia, Intel ha avviato trattative per “un impianto di produzione back-end all’avanguardia”, con un potenziale investimento fino a 4,5 miliardi e circa 1.500 posti di lavoro diretti, più altri 3.500 posti di lavoro tra fornitori e partner, con attività che partiranno tra 2025 e 2027.