All’inizio del mese di agosto, Intel ha presentato appello contro la multa da 1,06 miliardi di euro inflitta dalla Commissione Europea per abuso di posizione dominante.
Ora il chipmaker di Santa Clara giustifica meglio la sua decisione, chiedendo non solo l’annullamento, ma anche il pagamento delle spese legali sostenute.
Secondo l’azienda, la Commissione Europea avrebbe comminato la multa sulla base di errate valutazioni circa il comportamento tenuto nel mercato dei processori.
L’accusa di ostacolare la vendita delle CPU AMD non sarebbe avallata da prove sufficienti e basata su interpretazioni sbagliate degli sconti che Intel avrebbe fatto ai produttori di PC per invogliarli ad acquistare i suoi processori. Anzi, nel periodo preso in esame (2002-2007), AMD avrebbe addirittura incrementato i suoi profitti.
Intel, inoltre, dichiara che la Commissione ha violato i suoi diritti, negando un’udienza ai suoi legali in cui avrebbe dimostrato la sua estraneità alle accuse e impedendole di visionare la documentazione fornita da AMD.
Nel caso in cui la multa fosse confermata, Intel chiederà almeno una sua riduzione, in quanto considerata certamente sproporzionata rispetto all’ipotetico danno provocato alla rivale AMD e, indirettamente, ai consumatori che non hanno avuto libertà di scelta.
La Commissione Europea non ha ancora comunicato la data per esaminare l’appello di Intel.