Gli analisti avevano abbassato le loro aspettative per il guadagno nel primo quarto di Intel e si è dimostrata una mossa giusta: l’azienda ha infatti raggiunto le quote riviste assicurandosi una crescita azionaria. Tuttavia rimane il problema della necessità, in questo quadro economico, di abbassare le aspettative.
Il primo quarto del 2008 ha visto una perdita negli incassi del 12% rispetto ad un anno fa, ma in modo o nell’altro l’azienda è riuscita a contenere i danni in borsa. C’è infatti da dire che nonostante le entrate siano calate i profitti sono comunque aumentati del 9% rispetto ad un anno fa. Con 1,4 miliardi dell’ultimo quarto l’azienda ha infatti totalizzato 9,67 miliardi in totale, poco più dei 9,63 che erano stati preventivati.
A contribuire alla crisi è, secondo il CEO Paul Otellini, il business delle memorie flash NAND e l’abbassarsi continuo dei loro prezzi. Ironico che le memorie flash abbassino le aspettative di entrata per un’azienda che storicamente produce altro, cioè microchip. Eppure quello delle memorie era sembrato un buon business nel 2006, quando con una joint venture assieme a Micron decise di muoversi per tempo in un settore in grande espansione. Ma già all’epoca alcuni analisti misero in evidenza come fosse probabilmente troppo presto.
Tuttavia nemmeno il rivale storico nel campo dei microchip, AMD, se la passa bene. La società che ha in mano un terzo del mercato infatti sta per presentare i risultati trimestrali e già è noto che le vendite sono state inferiori a tutte le aspettative e sono attesi i licenziamenti di 1.600 dipendenti, il 10% della forza lavoro, con una perdita attesa di 51 cents per azione. Del resto Intel solo l’anno scorso aveva tagliato anch’esso la sua forza lavorativa del 10% (10.500 dipendenti) risanando i conti e tornando con maggiore agilità alla sfida di mercato.