Intel, problemi con i Sandy Bridge

La serie 6 dei chipset alla base dei processori Sandy Bridge risulta essere afflitta da problemi d'usura che rendono inutilizzabili la connettività SATA
Intel, problemi con i Sandy Bridge
La serie 6 dei chipset alla base dei processori Sandy Bridge risulta essere afflitta da problemi d'usura che rendono inutilizzabili la connettività SATA

Passo falso imprevisto per Intel, alle prese con alcuni problemi riscontrati sulla serie 6 dei processori Sandy Bridge. Tale linea risulta infatti afflitta da problemi di usura le cui ripercussioni vanno ad influire direttamente sulla connettività SATA di cui dispone il chipset prodotto dal colosso statunitense. Un danno di immagine, ma soprattutto economico per quella che è una delle principali società operanti nel mondo dei microprocessori.

Scovato da alcuni partner di Intel durante le tradizionali operazioni di test, il problema in questione sembra essere collegato ad alcune scelte di design rivelatesi poi errate alla luce dei fatti. In una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale Intel chiarisce anche la natura del bug riscontrato: a causa di un’usura troppo rapida, le quattro porte SATA da 3 Gbps risultano andare incontro a frequenti errori di lettura dei dati, che in alcune occasioni si trasformano in vere e proprie disconnessioni dei dispositivi collegati (hard disk, lettori DVD e quant’altro disponga di connettività Serial ATA). I file immagazzinati all’interno dei dispositivi di archiviazione non risultano però afflitti da alcuni tipo di problema e dunque sono pienamente leggibili da qualunque altro sistema.

Trattandosi di una problematica ad ampio raggio, la scelta di Intel non poteva non essere quella di richiamare a sé tutti i pezzi finora fabbricati, promettendo ai propri clienti la sostituzione delle unità acquistate colpite dal problema, siano esse semplici schede madri o computer pre-assemblati forniti di chipset Sandy Bridge serie 6. Secondo le prime proiezioni, nel breve termine tale passo falso costerà al gruppo all’incirca 300 milioni di dollari, che diventeranno poi circa 700 una volta ultimata l’operazione di sostituzione dei dispositivi non funzionanti attualmente sul mercato.

Nel frattempo, Intel corre ai ripari e ha già pianificato il processo di risoluzione del problema: le prime unità in grado di passare i nuovi test potrebbero giungere sugli scaffali dei negozi già dal prossimo mese di marzo, o al più quello di aprile. Rallenta dunque la diffusione dei nuovi processori Sandy Bridge, il fiore all’occhiello della produzione Intel, che vuole dunque imporre ancora il proprio verbo nel mondo dell’elaborazione dei dati attraverso calcolatori elettronici dotati di microprocessori di ultima generazione.

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