Intel non ci sta e scaglia parole pesanti contro la Commissione Europea. Intel non accetta in toto la condanna giunta dall’antitrust, contestando nel merito e nei modi la sentenza. Ad oggi Intel vede pendere sul gruppo una sanzione da 1.4 miliardi di dollari (1.06 miliardi di euro), una condanna esemplare volta a sradicare le pratiche commerciali di un gruppo accusato di usare ogni mezzo pur di togliere dal mercato la rivale AMD.
Secondo quanto indicato dal New York Times, Intel contesta alla Commissione Europea prove non sufficientemente forti per comprovare la colpevolezza del gruppo: secondo l’UE, Intel avrebbe agito sui prezzi in modo irregolare, con l’unica finalità di estromettere AMD dal mercato facendo propria l’intera domanda di gruppi quali Acer, Dell, HP o Lenovo. Secondo Intel non solo le accuse sarebbero infondate, ma l’errore sarebbe comprovabile dal fatto che AMD è sempre rimasto un competitor valido, la cui fetta di mercato è anzi incrementata negli anni 2002-2007.
Oltre alla critica nel merito, infine, nel documento consegnato alla Commissione UE ci sarebbe anche una critica al metodo: dal momento in cui alla difesa non vengono mostrate le carte consegnate dall’accusa, non si assicura un pieno diritto alla tutela delle posizioni dell’azienda. A maggior ragione, Intel contesta il fatto di non aver potuto essere ricevuta in udienza dalla Commissione Europea (la data dell’audizione deve ancora essere stabilita). Quantomeno, Intel pretende uno sconto nella sanzione, indicando nella cifra una valutazione «senza proporzioni»
In concomitanza alla pubblicazione dei documenti depositati, l’ufficio legale Intel comunica un importante avvicendamento: Bruce Sewell, alla guida dei legali Intel nelle cause principali (ivi compresa la difesa al cospetto delle accuse dell’antitrust europea), lascia il posto per approdare nel team Apple al posto di Daniel Cooperman (legato ad Apple ancora fino a fine mese). Per Apple trattasi di un avvicendamento all’insegna della continuità; per Intel si configura invece un punto di rottura con il passato ed un cambiamento inserito nel contesto di una riorganizzazione generale ai vertici del gruppo.