Ennesima caduta pericolosa per la borsa statunitense. Il listino è tornato a chiudere in grave rosso, trascinandosi appresso tutti i maggiori gruppi del listino e bruciando altri miliardi di capitalizzazione in un mercato ormai irrimediabilmente sofferente. Intel guida la carica, ma sono in tanti a lasciar sulla strada tra i 5 ed i 10 punti percentuali in una sola seduta (il Nasdaq ha chiuso a -5%).
Intel è il gruppo che, pur chiudendo “appena” a -2.94%, scava nel pessimismo per descrivere quelli che sono gli outlook per il 2009: per l’anno venturo il gruppo di Santa Clara prevede infatti di raccogliere fino ad 1 miliardo in meno rispetto alle aspettative (-10% circa), tagliando pesantemente le stime alla luce di una contrazione del mercato che si preannuncia pesante. Intel, va ricordato, occupa qualcosa come l’80% del settore di riferimento ed un taglio tanto netto nelle aspettative riflette e riassume tutte quelle che sono le preoccupazioni primariamente avanzate dagli altri gruppi della filiera.
La notizia si riflette pesantemente su Intel subito dopo la comunicazione, a contrattazioni finite: il titolo cade di oltre 7 punti percentuali nell’after-hour preannunciando una apertura odierna molto debole ed accompagnando così i destini del resto del listino. Tra le situazioni maggiormente problematiche si segnalano Adobe (-7.4%), eBay (-5.75%) e Nokia (-8.16%). Yahoo, su cui il riferimento dei 33 dollari offerti lo scorso Febbraio da Microsoft pesa ogni singolo giorno, ha arggiunto ormai quota 10.34 dollari: una caduta libera che secondo gli analisti sta lentamente gettando la proprietà tra le braccia di Steve Ballmer.
Una ulteriore situazione complessa è quella di Google: quando ormai in molti vedevano le azioni proiettate verso i 1000 dollari, e raggiunta ormai quota 700, il titolo è piombato sotto la soglia psicologica dei 300 dollari. La chiusura a 291 (-6.57%) rappresenta un minimo non più raggiunto ormai dal lontano 2005: la caduta negli ultimi 12 mesi è pari al 56% (-59.9% per YHOO, -45.5% per AAPL, -39.8% per MSFT).
L’effetto post-Obama sembra essere dunque durato appena 24 ore: dall’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti in poi il susseguirsi dei tracolli ha evidenziato uno stato di fibrillazione sempre più pressante ed il comparto tecnologico sta progressivamente manifestando sempre più crepe e situazioni problematiche. Il susseguirsi dei licenziamenti nel comparto è il segno primo della crisi che sta per abbattersi. Il Natale sarà presumibilmente vissuto con uno spirito particolarmente esasperato: il Black Friday si avvicina, nessuno può permettersi errori.