Intel strizza l’occhio ad Apple e potrebbe convincerla a utilizzare le sue tecnologie per i tablet iPad futuri. Paul Otellini, presidente e amministratore delegato di Intel, ha parlato durante l’ultima sessione Q&A con gli investitori mostrandosi ottimista circa i risultati raggiunti dall’azienda in tecnologie di miniaturizzazione dei transistor, cosa che potrebbe perlomeno tentare Apple sull’utilizzo di chip targati Intel per i suoi prossimi dispositivi.
«Il nostro lavoro è quello di garantire che il nostro silicio sia abbastanza convincente per fornire prestazioni migliori a Mac e dispositivi iPad, così che nel prendere le loro (riferendosi a Apple, ndr) decisioni, non possano ignorarci», ha spiegato in maniera abbastanza schietta Otellini. Il processore A5X che alimenta attualmente la terza generazione di iPad, è un system-on-a-chip (SoC) che combina una CPU dual-core da 1 GHz a una GPU quad-core PowerVR SGX543MP4 in un unico pacchetto. Il SoC è stato disegnato da Apple e prodotto da Samsung negli impianti di Austin, in Texas.
Il problema di questa soluzione risiede nell’utilizzo dell’architettura a 45 nanometri, che si era vista nei PC Desktop di Intel e AMD addirittura quattro anni fa. Inoltre, le dimensioni del processore sono del 350% più larghe rispetto l’A4 installato nella prima generazione di iPad, costringendo il colosso di Cupertino a venir meno ai suoi intenti di produrre tablet dalle dimensioni più sottili.
L’idea, o meglio l’auspicio di Intel, è quello di supportare Apple a trovare soluzioni in tal senso. La compagnia ha nei piani la produzione di un chip mobile con architettura da 22 nanometri che dovrebbe essere pronta entro quest’anno. Si tratta della stessa architettura che viene attualmente utilizzata nei processori della linea Ivy Bridge i quali, non a caso, pare faranno parte dei nuovi modelli di Mac. Addirittura entro il 2014, Intel prevede di lanciare soluzioni per dispositivi in mobilità da 14 nanometri, cosa che permetterebbe a Apple di compiere un notevole passo in avanti da questo punto di vista.
Bisogna specificare un dettaglio fondamentale ulteriore: meno nanometri non si traducono esclusivamente in un chip minuto, ma permettono anche di garantire consumi energetici più bassi e un surriscaldamento contenuto. Sono due caratteristiche quasi fondamentali per qualsiasi device mobile, specialmente se si ricorda come il nuovo iPad sia stato criticato parecchio per il calore emesso dopo qualche minuto di utilizzo. Le competenze di Intel su questo campo potrebbero dare una grossa mano a Apple nel produrre iPad ancora più potenti, ma al contempo in grado di consumare e riscaldare meno. Il colosso dei transistor, da parte sua, entrerebbe invece in gioco in un progetto particolarmente remunerativo.