Il 2019 potrebbe essere tranquillamente l’anno dei 7 nanometri. Con la maggior parte delle compagnia che hanno oramai consolidato il processo di costruzione a 10 nanometri, ora la tecnologia superiore è dietro l’angolo.
Lo sa bene Intel che si prepara alla prossima rivoluzione della legge di Moore da realizzare nel giro di qualche mese, è un’affermazione tra più o meno un anno. Stando a un’indiscrezione che proviene dagli Stati Uniti infatti, Intel avrebbe intenzione di aprire una fabbrica in Oregon, negli USA, dedicata esclusivamente alla produzione dei chip a 7 nm.
Intel ha parlato apertamente dei suoi piani D1X e si aspetta che il progetto duri almeno 18 mesi, seguito da diversi mesi di installazione delle apparecchiature – riferiscono i media locali, sottolineando che – “tutta la struttura interna si sta adattando alla nuova organizzazione, visto il progetto che segnerà il futuro dell’azienda.
L’espansione nell’area ovest degli Stati Uniti è probabilmente solo un primo passo verso una maggiore presenza di Intel nel paese. Del resto, sappiamo quanto l’attuale governo comandato da Donald Trump ci tenga a puntare sulle compagnie nazionali piuttosto che straniere e un incentivo sotto questo punto di vista è più che atteso. A dicembre, il direttore generale della divisione Manufacturing and Operations di Intel, Ann Kelleher, aveva confermato i piani di estensione anche verso Irlanda e Israele, pertanto ci sono buone probabilità che le fonderie in Oregon vengano utilizzate per dare il via ai processori più all’avanguardia mentre quelle nel resto del mondo a sostenere la produzione in essere, che di certo non verrà bloccata.
Anche se i processori di Intel hanno alcuni punti di vantaggio sulle line concorrenti, altri hanno fatto passi in avanti importanti, sopratutto dal punto di vista delle attività multi-core, ad esempio sulle ultime iterazioni Ryzen. Ci vorrà un bel po’ di tempo prima che il 7 nm diventi uno standard ma sembra che la compagnia si stia posizionando per dominare molto presto.