Dopo aver invaso la medicina, diventando sempre più importanti nelle attività dei medici di tutto il mondo, i computer potrebbero in futuro sostituirsi a questi ultimi. Una ricerca condotta presso l’Indiana University ha infatti mostrato come l’utilizzo di un’intelligenza artificiale possa apportare importanti benefici tanto al sistema sanitario, con una riduzione delle spese per le cure del 50%, sia ai pazienti stessi, con risultati più efficienti rispetto al passato.
Kris Hauser, docente di informatica, e Casey Bennett, studente alle prese con gli studi per il dottorato, hanno realizzato nei laboratori dell’università un framework capace di combinare i processi decisionali di Markov con una rete di decisioni dinamica: tale sistema è quindi in grado di analizzare una serie di dati provenienti dalle misurazioni effettuati sul paziente e di effettuare numerose simulazioni per prevedere quali possano essere gli effetti di differenti cure. In questo modo, quindi, è possibile somministrare virtualmente al paziente diverse cure e visualizzare rapidamente i risultati per comprendere quale sia la soluzione migliore.
Uno dei principali punti di forza di tale sistema è la possibilità di effettuare previsioni anche nel caso in cui i dati sul paziente siano imprecisi o incompleti, mantenendo anche in tali circostanze un elevato livello di affidabilità. In questo modo, quindi, è possibile ridurre in maniera sostanziale i rischi legati ad un’errata cura, in quanto ad ogni iterazione il sistema è in grado di verificare le condizioni virtuali del paziente ed agire di conseguenza. Al termine delle elaborazioni, insomma, l’intelligenza artificiale che funge da base per l’intero sistema è in grado di fornire come risultato non solo la cura migliore, ma anche una stima del processo di guarigione che il paziente dovrebbe seguire.
I primi esperimenti condotti su un campione di 500 pazienti selezionati in maniera casuale hanno quindi fornito risultati più che incoraggianti: un confronto con le tecniche classiche, infatti, ha fatto emergere contemporaneamente una riduzione piuttosto sensibile nei costi per le cure (in media 497 dollari contro i 189 dollari delle soluzioni proposte dal computer) ed importanti miglioramenti nelle condizioni di salute di ogni paziente (mediamente del 35% rispetto alla situazione precedente alla cura).
L’intelligenza artificiale, insomma, potrebbe presto svolgere un ruolo fondamentale nel mondo della medicina, consentendo ai medici di stimare con maggiore precisione la cura migliore da adottare per far guarire in tempi rapidi ed a basso costo i pazienti. Affiancare alle intuizioni dei medici un sistema in grado di modellare sistemi biologici afflitti da patologie e simularne le risposte a diversi stimoli, infatti, potrebbe essere quell’arma in più che fino ad oggi è mancata nella lotta a svariate malattie, affidando ai computer un nuovo ruolo nella sanità.