Sono passati esattamente 50 anni dal primo messaggio trasmesso tra due computer, uno dell’Università della California, a Los Angeles, e quelli dello Stanford Research Institute, vicino a San Francisco. Per questo esiste l’Internet Day, per celebrare quella “scintilla” che sostanzialmente ha cambiato il mondo. In realtà quell’esperimento riuscì solo a metà: doveva essere trasmessa la parola “login”, ma dopo aver inviato la “l” e la “o” il sistema si interruppe.
L’Internet Day si festeggia in ogni caso dal 2005 e sottolinea quanto la rete delle reti sia importante per la vita di tutti, ma anche per aumentare la consapevolezza sul suo utilizzo, ultimamente sempre più controverso. Internet è nato su basi di accesso universali, per fornire pari opportunità a tutti e la libera conoscenza. Dopo 50 anni e tantissime evoluzioni sono emerse però anche le storture del sistema, causate come sempre da un utilizzo sbagliato da parte degli esseri umani.
Fake news, disinformazione, privacy sostanzialmente azzerata, big data che conoscono tutto degli utenti, governi che sponsorizzano troll e bot. Importantissimo soprattutto per i più giovani conoscere la storia di internet: all’epoca prendeva il nome di Arpanet, un progetto voluto e portato avanti dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, cioè l’Arpa (Advanced research projects agency). L’esistenza dell’internet come lo concepiamo oggi è avvenuta venti anni dopo, grazie a colui che viene considerato il padre del web: Tim Berners-Lee.
Fu proprio lui che nel 1989 presento un saggio al Cern di Ginevra che rappresentava la base teorica del World wide web. Il primo sito web è andato online nel 1991, ma successivamente sono cresciuti tantissimi altri servizi legati alla rete come la posta elettronica, fino a rendere internet un sistema di interconnessione globale tra persone e oggetti. La rete infatti è ormai diventata diffusa, tanto che ora si parla di IoT, cioè internet delle cose, con la connessione diffusa anche negli oggetti (lavatrici, industria), che dialogano quindi tra di loro.
In realtà quasi la metà della popolazione mondiale non ha attualmente accesso alla rete. Secondo l’Itu, l’Unione internazionale delle telecomunicazioni, nel 2018 3,9 miliardi di persone hanno un accesso a internet, cioè il 51,2% della popolazione mondiale.