Il traffico globale del cloud computing ha rappresentato l’11% del totale nel 2010, ma è destinato a crescere del 34 percento entro il 2015 in base all’indice cloud globale di Cisco pubblicato nel suo rapporto martedì.
Nel 2010, lo scambio dati in cloud in tutto il mondo ha corrisposto a 11 exabyte di dati al mese per un totale di 130 exabyte in tutto l’anno, ha spiegato il colosso nel suo rapporto. Ma i progetti di Cisco in tal senso sono ambiziosi e si mira a far crescere questa cifra di dodici volte nei prossimi cinque anni, con le stime della società che parlano di un traffico di dati cloud pari a 137 exabye al mese e 1,6 zettabyte o 1.600 miliardi di gigabyte entro il 2015.
Prendendo in considerazione il tasso di crescita annuale del traffico cloud, pari al 66%, Cisco prevede che già entro il 2014 potrebbe rappresentare il 51% del workload dei data center. Il traffico degli stessi, comprendente ovviamente il cloud, sarebbe destinato a salire inoltre di quattro volte entro il 2015 in grado di raggiungere i 4,6 zettabyte.
«La stragrande maggioranza del traffico non è generato dall’utente finale bensì dai data center e dai cloud stessi che mirano a svolgere attività trasparenti verso i primi, come il backup e la replicazione. Entro il 2015, il 76% del traffico data center rimarrà all’interno del data center stesso a fronte della migrazione del workload tra diverse macchine virtuali e delle attività di background effettuate. Il 17% del traffico totale lascerà i data center per essere distribuito all’utente, mentre un ulteriore 17% di traffico sarà generato tra i data center attraverso attività come cloud-bursting, la replicazione dei dati e gli aggiornamenti», si legge nel rapporto di Cisco.