Le donne italiane battono gli uomini sul web 56 a 44. Sono queste le percentuali dell’utilizzo di Internet nel nostro paese secondo una ricerca dell’Ofcom, l’authority delle comunicazioni britannica. L’ente ha pubblicato infatti il suo rapporto annuale relativo al mercato internazionale delle comunicazioni, affrontando in parte del trattato anche i dati relativi alla realtà nostrana come riferimento per i giudizi sullo stato di salute del mercato britannico.
I paesi presi in esame dallo studio dell’Ofcom sono i paesi più industrializzati del mondo: Gran Bretagna, Francia, Germania, Stati Uniti, Canada e Giappone. Oltre a questi, sono stati analizzati anche i dati provenienti da alcuni altri paesi europei, come Polonia, Spagna, Olanda, Svezia e Irlanda. La ricerca non ha tralasciato i paesi emergenti, comprendendo nell’analisi anche Brasile, Russia, Cina e India.
Il dato è particolarmente interessante poichè nel nostro paese la forbice tra gli uomini e le donne è molto più ampio di quello del resto dei paesi del mondo. Anche in Spagna ed in Giappone la percentuale delle navigatrici è molto alta, sfiorando il 55%. In Francia ed in Gran Bretagna invece si registra una situazione di pareggio. Unico paese ad andare in controtendenza sono gli Stati Uniti, dove le donne sul web sono solo il 48%.
La ricerca dell’Ofcom è però ricca di molti altri dati interessanti relativi al nostro paese (pdf). Risulta ad esempio che l’Italia sia il primo paese della ricerca nel quale la più alta percentuale di famiglie ha rinunciato alla linea fissa sostituendola con il telefono cellulare: il 37%. Anche per quanto riguarda i costi dei pacchetti integrati, comprendenti internet, cellulari, pay-tv, il nostro paese è quello che presenta le offerte più convenienti. Ad una relativa aggressività dell’offerta commerciale non corrisponde però un investimento pubblicitario altrettanto proteso verso i nuovi media: in Italia infatti solo il 3% degli investimenti pubblicitari finisce su Internet, restando a quasi totale appannaggio dei media tradizionali, tra i quali la tv generalista la fa da padrone.