È stato presentato dal ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Stanca e dal ministro per le Comunicazioni Gasparri il nuovo Codice di Autoregolamentazione “Internet e minori”. Il testo si pone le finalità di regolare i contenuti della Rete in difesa dei minori.
Prima di presentare il Codice, il Ministro Stanca ha elencato alcuni numeri sull’entità del problema: nel terzo trimestre del 2003 ben 1,7 milioni di minori in Italia hanno navigato in Rete, di cui 548 mila erano sotto i 12 anni. In un anno la navigazione pro-capite dei cosiddetti teenager è aumentata di 3 ore al giorno, giungendo a quota 11 ore. Tali numeri impongono un regolamento che vada oltre alla vana autoregolamentazione del passato.
Il Codice di Autoregolamentazione si pone 4 obiettivi primari:
- aiutare adulti, minori e famiglie per un uso consapevole della Rete
- tutelare il minore dal contatto con contenuti illeciti o dannosi
- offrire accessi paritari e sicuri alla Rete in tutto rispetto dei regolamenti internazionali
- assicurare piena collaborazione con le autorità competenti in prevenzione di crimini attuati mediante mezzo telematico
Un importante principio contenuto dal testo è il principio di co-regolamentazione, principio secondo cui “l’industria si impegna a darsi delle regole e ad adottarle, mentre un organismo di controllo pubblico vigila sul rispetto delle regole stesse in una sorta di auto-regolamentazione regolata”: secondo un sistema di sanzioni e premialità stabilito direttamente dagli operatori del settore, si attua una sorta di autoregolamentazione controllata dagli organi competenti in grado di controllare con grande flassibilità l’evolversi della situazione e le eventuali politiche di intervento.
Il Codice prevede ulteriori misure sfruttanti filtri informatici in grado di prevenire eventuali contenuti non controllabili. Su questo punto il Ministro Stanca si augura che a livello internazionale vi sia comune intento di intervento, affinchè le misure degli uni non siano vanificate dal non-operato degli altri. Il Codice, figlio diretto della Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è al vaglio di uno studio finanziato direttamente dalla Commissione Europea nell’ambito del Piano d’Azione “Safer Internet”.