Con colpevole ritardo ma con tutti i crismi del caso sembra che la politica italiana abbia finalmente notato l’utilità dello strumento web sia in quanto ad utilità funzionale, sia per quanto concernente le necessità propagandistiche. La speranza condivisa (ancora in attesa di riscontro) è che tale attenzione trovi applicazione anche nel merito dei contenuti delle proposte elettorali ormai in avanzata fase di studio. I consigli non mancano.
La Casa delle Libertà ha appena annunciato di essere pronta a dare il via ad un esperimento di voto online. Così si esprime in proposito l’ANSA: «Quello ‘azzurro’, sostengono i forzisti, è un elettorato d’opinione e difficilmente si recherebbe a votare per delle semplici primarie. Ma parteciperebbe a questa sfida molto facilmente nel caso di voto elettronico». Si sottolinea inoltre il fatto che il web sia uno dei principali campi di reclutamento forze per le attività legate alla prossima campagna elettorale.
L’Unione, per contro, ha potuto battezzare con un ottimo successo la disponibilità online del “libretto giallo” con il quale Romano Prodi sta promuovendo il proprio programma elettorale: se due milioni sono stati i libretti stampati e distribuiti in cartaceo, finora sono già stati ben 600.000 quelli scaricati dal sito ufficiale.
Più interessante sarà seguire l’evoluzione di questa nuova tendenza quando le elezioni saranno ormai prossime: precedenti esperimenti (il noto blog di Prodi in primis) furono un “miserabile fallimento” (termini che per Berlusconi significarono un famoso Googlebombing). La prima vera occasione in cui Internet disse la propria alle elezioni fu il 2004, quanto negli States Howard Dean lanciò la prima sfida promozionale su piattaforma digitale.